I Giochi Invernali 2026 Torino rientra in campo Villaggio Olimpico in anticipo di 4 mesi

Salvini non nasconde il rischio ritardi: stiamo correndo come matti. E ammette che si sta valutando di dirottare in Piemonte il pattinaggio. In Porta Romana l’unica opera che non preoccupa tra quelle del dossier

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di Giambattista Anastasio

"Stiamo cercando di correre come matti" per fare in modo che "almeno le infrastrutture strategiche siano realizzate in tempo utile per atleti e cittadini". Matteo Salvini non nasconde le criticità relative ai tempi delle opere necessarie per le Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina del 2026. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ieri ha partecipato prima ad un convegno di Assimpredil Ance e poi alla riunione della cabina di regia sui Giochi nella sede della Regione Lombardia. Il prossimo appuntamento della cabina a cinque cerchi sarà il 27 febbraio e per allora sarà preparato un aggiornamento del piano delle opere compiute. In modo da vederci chiaro.

"Entro un mese vogliamo un quadro definito e definitivo dei costi", sottolinea il ministro. Quanto alla pista da bob di Cortina "la gara d’appalto sarà aggiudicata nelle prossime ore", assicurato il presidente del Veneto, Luca Zaia. Un altro dei temi da risolvere è quello dell’impianto che dovrà ospitare le gare di pattinaggio di velocità. Finora il progetto olimpico prevedeva l’ammodernamento della pista trentina di Baselga di Piné ma i costi, stimati anche oltre i 50 milioni di euro, e ritardi vari hanno indotto a non escludere altre soluzioni, prima tra tutte l’ex pista olimpica Oval al Lingotto di Torino. "Avere un piano B è fondamentale ed è sul tavolo della cabina di regia", spiega Salvini, che non esclude quindi la possibilità che anche il Piemonte entri nella Fondazione Milano-Cortina. "Ne parlo con Lombardia e Veneto, oltre che con la Fondazione, ma ho incontrato la settimana scorsa il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: loro sono a disposizione". In generale "conto che la maggioranza delle opere che c’è nel dossier finisca entro i termini – precisa il ministro – ma abbiamo trovato alcune strutture connesse alle Olimpiadi per le quali i tempi di scadenza da contratto firmato con la ditta erano successivi al 2026: stiamo chiedendo alle imprese di anticipare di un anno e mezzo la consegna dei lavori".

Più ottimista il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Abbiamo fatto un’analisi seria della situazione. Posso dire che anche le preoccupazioni in passato emerse per alcune opere si potranno superare. Per la Lombardia – ha aggiunto il governatore uscente – non ci saranno né cancellazioni né ritardi. Registriamo un deciso incremento dei costi delle opere, nell’ordine del 30%, dovuto essenzialmente all’aumento delle materie prime ma anche questo è già coperto dalle risorse attualmente a disposizione. Andremo avanti a lavorare a testa bassa per fare in modo si rispettino i tempi che abbiamo stabilito".

Controcorrente il progetto del Villaggio Olimpico, in fase di realizzazione nell’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana a Milano: i lavori potrebbero essere completati con 4 mesi di anticipo rispetto alla scadenza prevista di luglio 2025. A darne notizia è il Fondo di investimento immobiliare Porta Romana: "L’avvio dei lavori, avvenuto a inizio gennaio, fa seguito all’ottenimento del permesso di costruire rilasciato dal Comune. E il Fondo ha contestualmente sottoscritto il contratto di appalto con un raggruppamento di imprese, formato da Impresa CEV, Grassi e Crespi Srl e Milani Spa. Con questa assegnazione, si sono raggiunti tre degli obiettivi del cronoprogramma con un anticipo di 4 mesi".

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