I figli costano? Come ottenere l’assegno unico

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Marina

Martini*

Come sostenere le famiglie con figli soprattutto in un momento di difficoltà economica? Una delle risposte del Governo è stato l’Assegno unico universale (Auu), che ricomprende e sostituisce tutte le precedenti misure di sostegno al reddito (bonus mamma e bonus bebè, detrazioni fiscali, assegni nucleo familiare), lasciando ancora in vita il cosiddetto bonus asilo nido. Bisogna tuttavia evidenziare le peculiarità di questo strumento, sia per quanto attiene ai presupposti che alle finalità. Sotto il primo profilo, l’Auu riconosce un beneficio alle famiglie con figli a carico, a prescindere dalla situazione lavorativa del genitore. Prima dell’introduzione dell’ Auu, invece, il presupposto per richiedere le varie forme di sostegno economico vigenti era l’appartenenza ad una categoria lavorativa e la capacità di produrre reddito, con il risultato, paradossale, di escludere da tali benefici le fasce più bisognose della popolazione, come i disoccupati. L’Auu quindi riguarda tutte le famiglie ma la sua quantificazione dipende dalla situazione economica del nucleo familiare come risultante dall’Isee. Cosa è l’Isee? Si tratta di una attestazione che viene predisposta dai centri di assistenza fiscale e che è volta a fotografare la situazione economica del nucleo familiare tenendo conto degli eventuali redditi di

lavoro, dei risparmi nonché delle proprietà mobiliari e immobiliari.

L’ indicatore che emerge da tale attestazione è quello che consente di modulare l’erogazione del beneficio sotto il profilo del suo concreto ammontare, rispettando quindi un criterio di equità sostanziale. Infatti, per esemplificare, fino ad un indicatore Isee entro i 15.000 euro, l’assegno unico è di Euro 175 mensili per figlio; tra euro 15.000 e 40.000 euro si riduce fino al 6% e, a partire da 40.000, si stabilizza sul valore di 50 euro a figlio, sempre su base mensile. Per i figli maggiorenni a carico, ma di età inferiore ai 21 anni, gli importi sono pressoché dimezzati. L’importo base è poi soggetto a maggiorazione in taluni casi: ad esempio per i figli successivi al secondo o nel caso di madri con meno di 21 anni o nel caso di disabilità del figli. Se i genitori sono separati con figli, la normativa prevede che l’Auu spetti ad entrambi i genitori nella misura del 50%. Ma la procedura permette anche di scegliere che l’importo venga pagato al 100% solo al richiedente che, però, deve dichiarare che la modalità di ripartizione del beneficio è stata decisa di comune accordo con l’altro genitore. È quindi opportuno che, tra le clausole economiche in sede di separazione o di divorzio consensuale, le parti esplicitino le loro intenzioni.

*Avvocato

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