I-Days 2018, così rinasce Expo

Debutto con i Pearl Jam, poi Milano Rocks. Migliaia di fan sotto il palco

Marshall Bruce Mathers III, meglio conosciuto come Eminem

Marshall Bruce Mathers III, meglio conosciuto come Eminem

Milano, 19 giugno 2018 - Sul globo terrestre Washington dista da Muscat 11.685 chilometri, ma su quel mondo in icona che era l’Expo di Rho solo 230 metri separavano il padiglione degli Usa da quello dell’Oman. E sono quei 230 metri il cuore palpitante dell’i-Days 2018. Quello che fa da cornice allo sbarco della grande musica internazionale al Parco dell’Esposizione Universale, con il concerto dei Pearl Jam giovedì prossimo e, fuori festival, quello di Eminem il 7 luglio. Ma pure il debutto, a settembre, di Milano Rocks, omologo lombardo di quel Firenze Rocks passato in archivio il weekend scorso con 210 mila presenze. Per un’area abituata a gestire durante l’esposizione anche 300mila visitatori al giorno, un impatto tranquillamente sostenibile, grazie ad infrastrutture invidiabili - autostrade, stazione ferroviaria, metro, aree di servizio e aree eventi - da gran parte delle altre grandi rassegne internazionali. Un luogo deputato ai grandi raduni estivi di cui la città aveva probabilmente bisogno, se è vero che la sistemazione attuale consente un capienza massima di 80mila persone e quindi 25mila in più di uno stadio di San Siro esaurito fino all’ultimo posto.

A Rho, fra l’altro, il festival può articolarsi su due palchi differenti; quello dell’area concerti e quello dell’Open Theater, a cui la rimozione dei seggiolini consente oggi di contenere fino a 18 mila spettatori. La nuova area è stata ricavata lì dove tre anni fa sorgevano i padiglioni di Turchia, Monaco, Giappone, Slovacchia, Russia, Estonia ed Oman, ma quella abbracciata dall’i-Days è molto più ampia e va dal cardo su cui svetta l’Albero della Vita (che verrà riattivato per l’occasione) alla Collina Mediterranea. Poco meno di un terzo, insomma, di quella complessiva. Si trova nella parte orientale del Parco Experience, che lo spettatore raggiunge percorrendo quel decumano da cui negli ultimi anni sono state rimosse le vele parasole, ma che gli organizzatori hanno arricchito con suggestivi filari di luci e di bandiere immaginarie e immaginate quasi ad identificare una comunità di anime libere che trova voce tra i solchi di «Ten» o di «The Marshall Mathers LP». «L’area complessiva utilizzata dall’i-Day è di 200 mila metri quadrati», spiega il produttore esecutivo di Live Nation Andrea Aurigo materializzando coi gesti delle mani opere e strutture come faceva il commissario Beppe Sala agli occhi (al tempo abbastanza increduli) delle delegazioni internazionali.  «Ultimati i lavori di costruzione, sono iniziati quelli di allestimento - prosegue Aurigo - anche se l’eccellente stato delle strutture offrono bar e toilette di qualità superiore rispetto ai chioschi e ai bagni chimici di tanti altri festival. Gli esercizi commerciali e di assistenza sparsi in tutta l’area sono oltre 200, compresi centro relax e area attrezzata per bambini». Il grande palco svetta proprio a poca distanza dal cluster delle Zone Aride con i suoi 20 metri d’altezza e 25 di larghezza cui vanno aggiunte due ali laterali di altri 10 metri ciascuna. Due gli schermi laterali di 8 metri per 6 ciascuno e altri due, di identiche dimensioni, sulle torri di ripetizione collocate tra il pubblico. Ma Eminem avrà pure un gigantesco schermo sullo sfondo. Tutto sotto il controllo di 500 addetti alla sicurezza. Se le cose andranno come si spera, l’idea di Live Nation è quella di utilizzare l’area per almeno tre anni, nell’attesa di conoscere i piani di urbanizzazione che interesseranno l’area e che comunque dovrebbero partire dalla zona del Padiglione Zero e della Cascina Triulza, quindi dalla parte opposta del decumano. 

 

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