I Carc attaccano Fontana, nuova protesta in piazza

Gli antagonisti tornano a definire "assassino" il presidente della Regione. Alle 16 parteciperanno alla mobilitazione dei sindacati di base in via Larga

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I Carc tornano ad attaccare il governatore Attilio Fontana e a definirlo "assassino", come già fatto su murales e volantini apparsi nei giorni scorsi. Con un lungo testo pubblicato sul loro sito e su Facebook, i militari del partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo hanno rivendicato ancora una volta la paternità delle scritte finite anche al centro di un’indagine per minacce e diffamazione della Procura, che ha già identificato i presunti autori: "Fontana è assassino perché assassina è la classe che rappresenta: questa è la verità delle verità – si legge – che ha dato espressione ai sentimenti, alle idee e alla rabbia della maggior parte delle masse popolari lombarde".

Nel testo, in cui si parla di "scritta invincibile", si dice pure che "le scritte murali sono armi di questa guerra!". E ancora: "Fare scritte murali, affiggere adesivi e locandine non sono gesti da ribelli o da estremisti, come cerca di propagandare la borghesia, sono vere e proprie operazioni di propaganda rivolte alla nostra classe, alle masse popolari. Quello che i padroni cercano di ridurre a una “campagna d’odio“ è in realtà un piano politico di cui le masse sono protagoniste!". A proposito di odio, due giorni fa, il legale di Fontana, l’avvocato Jacopo Pensa, ha depositato al pm Alberto Nobili, capo del pool Antiterrorismo, un dossier di 30 pagine intitolato proprio "Clima d’odio" su minacce e intimidazioni comparse on line contro il governatore.

Intanto, oggi alle 16 sono attesi anche i rappresentanti dei Carc alla manifestazione "Facciamo pagare la crisi ai padroni", organizzata dal Si Cobas in tutta Italia: il punto di ritrovo, inizialmente fissato in piazza San Babila, sarà via Larga angolo via Pantano. L’area sarà presidiata dalle forze dell’ordine. Si tratta di una replica dell’iniziativa di protesta andata in scena lo scorso 27 maggio, quando diverse sigle di sindacati di base, centri sociali e movimenti antagonisti si ritrovarono sotto il Pirellone per chiedere il commissariato della Regione Lombardia.

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