I CAndidati

Cgil all’attacco: aziendalismo, più dialogo su Rogoredo. La direzione: strumentalizzazione politica, studenti al centro

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di Simona Ballatore

Corsa a cinque per la direzione del Conservatorio Giuseppe Verdi Milano, il più grande d’Italia.

Cinque uomini in lizza, pronti a prendere il testimone da Cristina Frosini eletta per due mandanti di fila. Si sono fatti avanti Massimiliano Baggio, attuale vicedirettore del Conservatorio, che insegna pratica e lettura pianistica; Luca Burini che insegna direzione di coro e repertorio corale per didattica della musica; il baritono Demetrio Colaci; Massimo Marchi, docente di musica elettronica e nell’attuale Cda e Luigi Marzola docente di accompagnamento pianistico. I maestri del Conservatorio saranno chiamati alle urne per tre giorni, da domani a venerdì. In caso di ballottaggio si tornerà a votare dall’8 al 10 giugno. Se tre anni fa in gara erano addirittura in sette i candidati, quest’anno - vuoi per la crescita vertiginosa del Conservatorio, vuoi per il progetto in cantiere a Rogoredo - la campagna elettorale si è fatta più tesa. Con tanto di diffide e lettere della Flc-Cgil. Perché queste elezioni rappresentano "un momento di democrazia che delineerà il futuro non solo per una delle più importanti Istituzioni dall’Alta formazione artistica e musicale italiana ma anche della città metropolitana di Milano", ricordano dal sindacato, passando all’attacco: "In questi anni il Conservatorio si è distinto per un indirizzo autonomistico sempre più spinto, che avuto durante la pandemia il massimo del suo agito", scrivono dalla Flc Cgil puntando il dito contro "una gestione aziendalistica, fino a decidere l’apertura di un nuovo polo del Conservatorio in zona Rogoredo, in “solitaria” con i poteri territoriali (Comune, Regione e Ministero Università), senza confronto con i lavoratori e le lavoratrici". Accuse che la pianista e direttrice uscente Cristina Frosini rimanda al mittente: "Ringraziamo la Flc Cgil per il riconoscimento dell’indirizzo autonomistico dell’attuale gestione del Conservatorio. L’autonomia della nostra Istituzione, che ci riconosce la Costituzione (art.33) e la nostra legge di riferimento (L. 5081999), è stata da sempre per noi una priorità dichiarata e perseguita". Primo punto contestato: il rientro in pandemia. "In occasione del lockdown abbiamo avviato immediatamente la didattica online; al suo termine, siamo stati i primi (con Bologna) a svolgere le attività consentite in presenza è in totale sicurezza, condividendo (e non solo informando) con le organizzazioni sindacali i protocolli di sicurezza", fanno presente dalla direzione, ricordando che "con tutto il rispetto dovuto, l’indicatore con il quale giudichiamo l’operato non è quello del sindacato, ma quello degli studenti e dei docenti: nell’anno pre-pandemia, le domande di iscrizione erano circa 800; dal 2020 ad oggi sono stabilmente circa 1.300. Alla diffida della Flc Cgil che pretendeva che sospendessimo dopo l’uscita dal lockdown ogni attività in presenza, con esclusione del personale strettamente necessario alla tutela del patrimonio, abbiamo risposto che il nostro primo e principale patrimonio da tutelare sono gli studenti". E poi c’è il nodo del Campus di Rogoredo: "Proprio perché siamo una istituzione regolata da norme e da Statuto, facciamo presente che la gestione del patrimonio è di esclusiva competenza del CdA, che ha raccolto da sempre la richiesta pressante per il reperimento di nuovi spazi e ha investito anche ingenti risorse sulla sede storica".

Per il progetto, al centro delle inaugurazioni degli ultimi anni accademici, "l’attuale gestione ha reperito il finanziamento totale per 47 milioni, che va oltre all’esigenza di nuovi spazi e si configura come un progetto di grande valore sociale e civico di rigenerazione urbana di una periferia attraverso l’educazione e la cultura. Rammarica venga strumentalizzato da un importante sindacato unicamente a fini elettorali", chiude la direzione mentre Flc Cgil ha in cantiere un dibattito pubblico su questa e le altre partite in gioco che vedono protagonisti gli atenei: "È un dato di fatto che le università e il Conservatorio stanno cambiando il disegno della città, dai progetti del Politecnico in Bovisa, a MInd della Statale fino a a Rogoredo – sottolinea Jessica Merli, segretaria generale Flc - Cgil –. Chiediamo una maggiore trasparenza e una concertazione". Anche sulle materie che saranno spostate a Rogoredo: c’è chi pensa di concentrare tutte le discipline che guardano alla musica contemporanea, concentrando la musica antica in centro, chi auspica un mix. "Noi chiediamo l’apertura di spazi di democrazia sempre più ampi e garantiti per rilanciare un Conservatorio che sappia coniugare discipline classiche con quelle moderne, senza “sfrattare” le une o le altre, ma impegnandosi in un progetto condiviso, qualificato e ragionato".

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