"I calci, poi il volo nel Lambro"

Il racconto della testimone chiave. Condannati i due latinos: la morte era prevedibile

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di Andrea Gianni

"Tutti e due hanno a preso a pugni e calci Edgar che cercava di alzarsi. Colpito dai calci Edgar è caduto nel fiume e i due ragazzi sono scappati. Edgar era nell’acqua che agitava le mani e stringeva ancora il suo cellulare". È il drammatico racconto reso da un’amica del peruviano Edgar Luis Calderon Gonzales, aggredito con calci e pugni e poi gettato nel fiume Lambro, nel giugno 2019. Parole messe a verbale davanti agli investigatori e riportate dal gup di Milano Anna Magelli nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato Isais Vladimir Diaz Garrido Garrido a 11 anni e 8 mesi di carcere e David Walter Landaverde Montoya a 14 anni di carcere con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. I due imputati, di origine salvadoregna e membri della gang latina Barrio 18, erano accusati dell’omicidio preterintenzionale dell’uomo, 32 anni. Il pm Sergio Spadaro aveva chiesto 16 anni di carcere.

Nelle motivazioni della sentenza si legge che la "prevedibilità dell’evento morte" era un "dato che non può essere misconosciuto" dagli imputati "attese le condizioni di ubriachezza della vittima, e l’elevato rischio che la caduta nel fiume potesse cagionarne la morte, considerata la potenza della corrente del corso d’acqua che ha addirittura impedito il rinvenimento del corpo di Calderon Edgar, se non a giorni di distanza dal luogo ove era stato trascinato". Il giudice, che non ha concesso le attenuanti generiche e che invece ha applicato le recidive a entrambi, ha sottolineato anche che i due imputati sono "soggetti gravati da precedenti penali, anche per tentato omicidio". Stando alle indagini condotte dalla Squadra mobile e coordinate dal pm Spadaro, il 2 giugno 2019 la vittima, ubriaca, stava attraversando il parco quando fu fermata dai due uomini di 26 e 28 anni. I due, entrambi pregiudicati per reati violenti, secondo l’accusa lo aggredirono per rubargli il cellulare. Lo presero a calci e pugni e lui cadde nel fiume Lambro. Il corpo riemerse solo 5 giorni dopo, Il 7 giugno, a un paio di chilometri dal luogo dell’aggressione. Un uomo che a perso la vita dopo una giornata al parco in compagnia di altri connazionali. Stava rincasando in compagnia dell’amica quando è stato aggredito e buttato nel fiume. La ragazza ha raccontato che Antonio, un altro testimone oculare, "si è tolto i vestiti con l’intenzione di buttarsi nel fiume" per soccorrerlo "ma a quel punto Edgar non era più visibile".

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