I lavoratori della Ho Group: "Da due mesi senza stipendio e senza cassa"

Nel limbo centinaia di lavoratori della Ho Group, colosso dei servizi per hotel di lusso in liquidazione. Pioggia di ricorsi: paghino gli alberghi

Il corteo di protesta dei lavoratori Ho Group

Il corteo di protesta dei lavoratori Ho Group

Milano - Dal 12 marzo vivono in un limbo, senza stipendio, ammortizzatori sociali o sussidio di disoccupazione. Una situazione di stallo che, per chi non riesce a ricollocarsi, potrebbe tradursi in un’estate con zero introiti in bilanci familiari già colpiti dalla crisi. Le vittime sono i lavoratori, centinaia solo a Milano e per lo più donne, della Ho Group, una delle principali società di servizi per hotel. Addetti alle pulizie, al facchinaggio o ad altre mansioni in passato impiegati in strutture di lusso come il Gallia, l’Armani Hotel o lo Château Monfort. Alberghi svuotati dalla pandemia, che ha messo in crisi anche le società esterne. "Con la Ho Group c’erano già problemi legati ai pagamenti prima dell’emergenza sanitaria – spiega Mattia Scolari, funzionario Cub – poi la situazione è precipitata. A dicembre la società si è trasformata da Srl in cooperativa, con un nuovo amministratore che a quanto pare ha 80 anni. Nel frattempo è scaduta la cassa e il 12 marzo il Tribunale ha dichiarato la liquidazione coatta, nominando un commissario. Noi abbiamo sollecitato più volte la Prefettura di Milano e l’Ispettorato del lavoro per chiedere un intervento, senza mai ottenere risposta".

Il commissario ha preso le redini di una società con casse vuote e amministratori spariti ma con in pancia ancora i suoi dipendenti che stanno pagando il prezzo più salato. Chi è riuscito a trovare un altro posto ha dato le dimissioni e ora lotta per recuperare Tfr e arretrati. Restano i lavoratori più fragili, quelli di età più avanzata o le mamme con figli. Il loro futuro è un rebus. Quando partirà l’inevitabile licenziamento collettivo dovranno attendere altri 75 giorni, come prevedono le procedure, per poter accedere alla Naspi. Fino ad allora potrebbero rimanere senza coperture. In parallelo sono in corso delicate trattative per far riassorbire entro maggio un gruppo all’interno della Papalini, società subentrata nell’appalto con il Gallia con la quale c’è un accordo verbale ancora da mettere sulla carta.

Si scommette su una graduale ripartenza del business alberghiero. Intanto è stata avviata anche una battaglia giudiziaria con ricorsi presentati al Tribunale di Milano che chiamano in causa i grandi alberghi appellandosi all’articolo 29 del decreto legislativo 276 del 2003 sulle responsabilità del committente verso i lavoratori in appalto. "Chiediamo al Tribunale di dichiarare la responsabilità solidale degli hotel per il pagamento degli arretrati e del Tfr – spiega l’avvocato Silvia Comolli – di fronte alle inadempienze della Ho Group".  

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