Guerra di carte bollate Trema la maggioranza

Cologno, querele incrociate del sindaco e dei grillini: il Pd scrive al prefetto E scoppia il caso della surroga di Domenico Seiditi con Roberta Cuono

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Il sindaco deposita una querela alla Tenenza dei carabinieri "per tutelare l’immagine mia e della Giunta", il Pd annuncia di far lo stesso e di scrivere al prefetto, i grillini annunciano di andare dall’avvocato per difendere la propria immagine e una consigliera dimissionaria, mai entrata in aula, deposita un documento in autotutela. Dietro questo groviglio, che assume sempre più il carattere di contenzioso legale e burocratico, c’è l’ennesima crisi di maggioranza che in questi 5 anni ha attraversato la legislatura di Angelo Rocchi. Per ben due volte in una settimana, il consiglio comunale non si è svolto perché il primo cittadino non aveva i numeri. E l’altra sera la maggioranza è crollata su una surroga. Dopo le dimissioni di Domenico Seiditi, FdI, sarebbe dovuta entrare Roberta Cuono. "Per cinque anni non ho mai sentito nessuno. Poi la settimana scorsa un messaggio del sindaco mi invitava nel suo ufficio. Non una convocazione ufficiale, quindi – racconta Cuono –. Non ho mai ricevuto ufficialmente l’incarico. Ho firmato una lettera di rinuncia, perché non ero interessata al ruolo: non è stata da me protocollata e non so chi l’abbia fatto. Il giorno dopo ho deciso di revocare le dimissioni: mi è stato detto che non si poteva fare, ho depositato una lettera in autotutela, preparata dal mio avvocato". L’altra sera, quindi, l’aula ha dovuto esprimersi sull’ingresso di Marianna Tedesco. "Un’opposizione becera, cattiva, ottusa, poco moderna ha vietato di entrare in aula a una consigliera regolarmente eletta", accusa Rocchi. Il voto sulla surroga si è infatti concluso con un pari: 12 voti contrari e 12 a favore.

"Nessun ostruzionismo: se la surroga non c’è stata è solo perché il sindaco non ha più la sua maggioranza – replica Giovanni Cocciro –. Non potevamo certo votare a favore con una situazione così poco chiara, che ora sarà sciolta da un commissario ad acta". In aula Rocchi ha ricostruito l’incontro in municipio. "La dottoressa Cuono ha manifestato l’intenzione di rinunciare all’incarico, chiedendo al dirigente di redigerle una lettera di rinuncia che ha firmato e consegnato alla segreteria. Poi la mattina prima della seduta, scortata dalla capogruppo M5Stelle, viene per chiedere copia della comunicazione, del modello per autocertificare di non essere incompatibile alla carica e presentare la famosa richiesta di ritiro in autotutela". Il sindaco respinge ogni accusa di "averla indotta alle dimissioni. Una dichiarazione grave, come altrettanto gravi sono le manovre politiche che, è verosimile pensare, si siano effettuate per indurre un repentino cambio di posizione da parte di una persona che ho ritenuto corretta, coscienziosa e preparata, nonché convinta delle sue azioni". Parole che hanno scatenato la risposta della grillina Monica Motta. "La ricostruzione non corrisponde al vero, senza contare che la regolare prassi non è stata rispettata. Anche io valuterò ogni eventuale azione con il mio legale".

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