Guenzati, il negozio più antico rischia di chiudere

"Il contratto di affitto scadrà a settembre e non ci verrà rinnovato. L’intenzione è già stata manifestata dalle Assicurazioni Generali, proprietarie di Palazzo Venezia in Piazza Cordusio, dove il negozio si trova da oltre un secolo" di MARIANNA VAZZANA

Guenzati abbigliamento

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Milano, 19 maggio 2016 - I turisti si fermano a scattare fotografie ai tessuti scozzesi, ai kilt e alle maglie anglosassoni, ai cappelli sistemati con tocco d’artista sugli scaffali di legno antico. Al bancone in noce e ai bastoni da passeggio eleganti che culminano con sculture di animali e fregi: non si può fare a meno di accarezzarli, una volta varcata la soglia della Ditta Guenzati affacciata sulla centralissima via Mercanti a pochi passi dal Duomo. «Fondata nel 1768 da Giuseppe Guenzati. Il negozio più antico di Milano», sottolinea Luigi Ragno che insieme al padre Vittorio tiene oggi le redini di questo luogo magico che si è fatto gioco del tempo catturandolo tra le pareti. L’incantesimo, però, rischia di rompersi. «Il contratto di affitto scadrà a settembre e non ci verrà rinnovato. L’intenzione è già stata manifestata dalle Assicurazioni Generali, proprietarie di Palazzo Venezia in Piazza Cordusio, dove il negozio si trova da oltre un secolo (prima era qualche metro più in là). Così, dopo 248 anni di attività svolta con tanto sacrificio e soddisfazione, questo posto sarà destinato a uscire di scena definitivamente». Spalancando la porta a un futuro incerto per i cinque lavoratori e le rispettive famiglie. Ma anche per i nuclei delle altre attività ospitate nel palazzo: tutte dovranno andare via.

«Con la chiusura di Guenzati Milano perderà non solo un’icona della sua tradizione e della sua storia ma anche un simbolo della sua memoria e della sua identità. Per cosa? Per far posto alla realizzazione dell’ennesimo mall commerciale di negozi di lusso e di brand conosciuti di cui Milano è oramai letteralmente invasa? Dico questo sull’onda di quel progetto di riqualificazione del Cordusio tanto decantato e ampiamente riportato dalla stampa milanese nelle ultime settimane» sottolinea Luigi Ragno, il quale fa sapere di essersi rivolto negli ultimi mesi a diverse figure istituzionali per ipotizzare insieme una soluzione. Si rivolge anche al presidente della Regione, Roberto Maroni: «Lo scorso anno le nostre “eccellenze” sono state il tema dominante dell’Expo e il fiore all’occhiello della tanto celebrata Italia capace, ma allora ci domandiamo: perché sopprimere attività come la nostra che, nel corso di ben due secoli e mezzo, tra mille difficoltà, ha comunque dimostrato nel tempo di avere e di dare valore alla nostra città?». Fonti vicine alla proprietà rivelano che per il palazzo, oggetto di lavori futuri, non è stata ancora individuata una destinazione definitiva, ci sono diverse valutazioni in corso. Quanto ai negozi ospitati, Guenzati in particolare, l’attenzione è alta.

A titolari e dipendenti, lo scoglio che si profila adesso pare il più difficile da affrontare. Una nuova battaglia per l’azienda sopravvissuta alla dominazione napoleonica, all’egemonia dell’Impero austriaco, alle Guerre mondiali. Nel 1945, gli alleati avevano occupato i locali trasformandoli in un magazzino: sul bancone sono evidenti le tacche incise allora, a distanza di 92 centimetri (per misurare le stoffe in iarde). Tra i tanti che hanno varcato la soglia c’è anche San Giovanni Bosco, «nel 1865 fu ospitato dalla famiglia Guenzati. In quell’occasione compì un miracolo, facendo guarire la parente di un commesso». Un aneddoto tra i tanti. Ogni angolo, in questo luogo di via Mercanti, racconta un pezzo di storia.

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