Incidente a Rogoredo: guard rail killer, ma non per caso

La Procura vuol processare tre tecnici comunali e uno dell’impresa

Tiziana Mangano morta al volante della sua auto il 3 febbraio dello scorso anno

Tiziana Mangano morta al volante della sua auto il 3 febbraio dello scorso anno

Milano, 18 settembre 2018 - A ucciderla fu quel maledetto guad rail fuorilegge. Non una tragica fatalità però, secondo l’accusa, ma una colpa grave di chi sarebbe dovuto intervenire per evitare il peggio e non lo fece. Tiziana Mangano, appena trentenne, perse la vita a Rogoredo schiantandosi in auto sulla barriera di protezione e finendone infilzata: ora la Procura chiede il processo per tre tecnici comunali e uno di impresa, con l’accusa di omicidio colposo. Da anni, per il pm Sergio Spadaro, gli addetti di Palazzo Marino avrebbero dovuto verificare che il guard rail vicino piazza Mistral, sul raccordo per l’Autosole, era stato montato male dall’impresa fin dall’inizio. Invece, stando agli inquirenti non mossero un dito nemmeno dopo una drammatica serie di quattro incidenti avvenuti sempre in quel punto a partire da novembre 2016.

Poi, il 3 febbraio dell’anno scorso Tiziana perse il controllo della sua auto 500 e dopo un paio di testacoda andò a sbattere proprio lì. E un pezzo di metallo orizzontale, che penzolava senza ragione dalla barriera, sfondò la portiera destra della vettura e si conficcò nel corpo della ragazza uccidendola. Qualche mese fa il pm Spadaro chiuse le indagini e - anche alla luce della consulenza tecnica acquisita - la Procura ora chiede il processo per quattro persone. Tra gli imputati c’è il geometra Alberto B., già direttore dei lavori sul guard rail nel 2010, che in sede di collaudo certificò che tutto era stato fatto ad opera d’arte. Invece, stando al pm, «la nuova barriera a tripla lama non veniva correttamente raccordata al profilato orizzontale della barriera già presente». Eppure B., dirigendo i lavori anche dell’appalto del 2014 che avrebbe dovuto risolvere il problema, certificò di nuovo che tutto era a posto.

Spataro accusa però anche Armando R., direttore tecnico di Nuove Iniziative srl., che nel 2014 «ometteva completamente l’installazione del profilato orizzontale della nuova barriera», lasciando che quello della vecchia «restasse basculante», senza nemmeno preoccuparsi di fare «una tempestiva segnalazione». E dovranno difendersi anche il dirigente comunale Renzo V., collaudatore tecnico amministrativo delle opere relative all’appalto del 2014 (e dal 2016 responsabile dell’area tecnica infrastrutture per la mobilità) e Roberto M., responsabile del 4° reparto strade del Comune, che intervenne troppo tardi, quando la tragedia di Tiziana si era già compiuta.

 

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