Greco, accuse da archiviare "Nessun ritardo su Amara"

Sarà accolta la richiesta dei pm: non spettava all’ex procuratore ca aprire indagini dopo le rivelazioni dell’ex legale Eni sulla loggia Ungheria

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Un’uscita di scena indolore. Si va verso l’ archiviazione per l’ex procuratore Francesco Greco uno dei filoni d’indagine aperti a Brescia sul caso dei verbali dell’avvocato e Eni Piero Amara e la presunta loggia Ungheria. Anche se in serata i vertici del Tribunale smentiscono ("Nessun provvedimento ancora emesso") il gip Andrea Gaboardi starebbe per accogliere la richiesta di archiviare la posizione di Greco (che è indagato per omissione di atti d’ufficio) avanzata dal procuratore Francesco Prete e dal pm Donato Greco, che coordinano un’inchiesta più ampia che riguarda in generale i procedimenti milanesi sull’Eni. Sullo sfondo, la bufera che ha investito la magistratura italiana e che ha coinvolto da un lato anche l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo e il pm milanese Paolo Storari e, dall’altro, i procuratori aggiunti Laura Pedio e Fabio De Pasquale e il pm, ora alla procura europea, Sergio Spadaro.

A Francesco Greco era stato contestato di non aver tempestivamente proceduto con le iscrizioni delle notizie di reato dopo le rivelazioni, del dicembre 2019, di Amara a Pedio e a Storari, allora rispettivamente titolare e co-assegnatario del fascicolo sul cosiddetto falso complotto Eni. Le indagini bresciane nei confronti dell’alto magistrato, dallo scorso novembre in pensione, erano state aperte a luglio dopo precedenti dichiarazioni rese nel corso degli interrogatori ai pm Prete e Donato Greco dal sostituto Storari, nei cui confronti, invece, è già stato chiesto il rinvio a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio in concorso con Davigo. Per i due l’udienza preliminare comincerà il prossimo 3 febbraio.

La richiesta di archiviazione per Greco è motivata con il fatto che non spettasse a Greco procedere con le iscrizioni nel registro degli indagati, comunque effettuate a maggio dell’anno scorso, in quanto c’erano un titolare del fascicolo e un co-assegnatario. Inoltre, le mail scritte da Storari per sollecitare i vertici del suo ufficio, ossia Greco e Pedio, ad indagare, risalgono alla fine dell’aprile 2020, mentre non sono provate le precedenti richieste, avanzate solamente a voce, di accertamenti sulla presunta loggia Ungheria.

Mentre l’ex procuratore Greco dovrebbe uscire definitivamente di scena, per De Pasquale e Spadaro l’inchiesta va avanti: in vista c’è una consulenza disposta dagli inquirenti per approfondire alcuni aspetti tecnici valorizzati dai due pm milanesi per difendersi dall’accusa di rifiuto di atti d’ufficio. Ancora da definire anche la posizione del procuratore aggiunto Pedio.,anche lei indagata per omissione d’ufficio.

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