"Grazie per l’ospitalità Ora torniamo in Ucraina"

Nonna, zia, mamma e figlie: sei donne spaventate in fuga dalla guerra da sei mesi hanno ritrovato la serenità a casa di una famiglia castanese

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di Giovanni Chiodini

Questo pomeriggio dalla stazione degli autobus di Milano Lampugnano la giovanissima Uliana partirà per tornare in Ucraina. Era arrivata a Castano il 7 marzo scorso assieme alla sorella Sasha, la madre, la nonna, la zia con la figlia, in fuga dalla guerra. Erano nel gruppo di una cinquantina di ucraini portati via dai territori di guerra grazie ai volontari dell’associazione Noi con Voi. Uliana e i suoi venivano da Bojarka, cittadina di 35mila abitanti a 25 chilometri da Kiev. Fuggivano spaventate assieme ad altre migliaia di donne, bambini ed anziani dopo che tre missili, nei primi giorni di marzo, erano scoppiati vicino alle loro case, quando sembrava che Kiev fosse l’obiettivo dell’invasione russa del Paese. "Conoscevamo Uliana perché l’estate scorsa era stata ospitata da mia figlia nell’ambito dei progetti di ospitalità dei bambini ucraini - racconta Sergio Zucchi che ha ospitato nella sua casa tutto il gruppo di sei persone -. Appena avuto notizia dello scoppio della guerra i contatti si sono intensificati sino a quando si è riusciti a organizzare di poter andare a prendere queste ragazzine con le loro famiglie. Io avevo dato la disponibilità per ospitare Uliana, la sorella e la mamma. Quella notte mi chiama mia figlia e mi dice.. papà, sono in sei. Non ho avuto alcuna esitazione. La casa è grande e ci vivo da solo, da quando nel 2017 mia moglie è deceduta".

Per sei mesi Zucchi ha vissuto con loro. "La solidarietà di tutti è stata grande. Gruppi e singole persone, amici e parenti che sapevano dell’accoglienza, ci hanno fornito cibo, vestiti e anche denaro - dice -. La fondazione Aurea si è accollata la spesa per il loro reimpatrio, ben 700 euro. L’emergenza l’abbiamo affrontata e superata con la solidarietà, non certo con gli aiuti istituzionali. Se dovevamo aspettare i fondi messi a disposizione per queste persone probabilmente non sarebbero mai partite dall’Ucraina". I fondi sarebbero stati assegnati solo a persone col permesso di soggiorno. "Quando sono arrivate a Castano le varie persone ospitate da me e dalle altre famiglie siamo stati in commissariato a Legnano e ci hanno dato dei permessi provvisori validi tre mesi. Ad aprile, ben prima della scadenza, ci siamo attivati con la Questura di Milano: ci avrebbero richiamato alla fine di giugno. A fine luglio, quando siamo stati là ci volevano i documenti tradotti dall’ucraino. Serviva quindi andare al Consolato, dove c’erano da fare lunghe file". Adesso tornano a casa. "Una delle due donne è logopedista, l’altra lavora il decoupage, e in questi ultimi due mesi ha fatto dei lavori anche da qui per la committenza ucraina.

Adesso che la situazione nella zona di Kiev si è calmata hanno scelto di tornare a casa, dai loro mariti, che non sono stati richiamati alle armi". "Volevano pagarmi le spese di gas e luce... Non ho voluto niente". Uliana e Sasha in questi tre mesi hanno frequentato la scuola (la più piccola la quinta elementare, la maggiore la terza media), l’oratorio estivo con la parrocchia e sono state anche in campeggio. Parlano bene l’italiano. Anche la madre e la zia hanno frequentato i corsi organizzati a Castano per tutto il gruppo fuggito dalla guerra. "Certamente avranno un buon ricordo del nostro Paese", dice Zucchi.

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