"Gli eventi hanno interpretato bene la memoria"

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MILANO

"Sa quale è stata la cosa migliore di questa edizione del Fuorisalone? Lo spirito diverso degli eventi, che non hanno “consumato“ la città, ma interpretato bene la memoria". É già un primo successo di questa edizione avere creato un filtro importante.

Paolo Casati, creative director di Studiolabo, Fuorisalone e Brera design district, traccia un bilancio molto positivo di questa settimana di ripartenza in cui, in un momento di “fomo“ totale, il rischio alto era quello di avere troppe cose che nulla c’entravano con la design week.

Una prima valutazione della settimana da chi ha il polso di tutti i Fuorisaloni.

"Presto per dare numeri precisi - spiega Casati - perché in genere i conti li facciamo anche un po’ partendo dalle affluenze del Salone, posso però già dire che sono state superate le aspettative, considerando la situazione, cioè l’instabilità dovuta alla guerra e quindi l’assenza di tutto quel mercato. E mancava anche tutto il comparto asiatico per via della pandemia. A Shanghai c’è ancora il lockdown. All’appello non c’erano, quindi, i numeri del 2019 che si aggiravano intorno alle 500mila presenze".

Ma qualche numero che dia almeno una idea del flusso?

"In un caso, all’interno del perimetro del Brera design district abbiamo registrato 10mila accessi, un flusso già record".

Quale è stato il fil rouge di tutti i Fuorisaloni?

"Sicuramente il tema della natura, della sostenibilità. C’è stato un lavoro corale che ha messo al centro il green declinato come terra, fiori, natura. Nessuna installazione urlata, ma rispetto del lavoro e armonia delle rappresentazioni".

Qual è stato l’elemento più interessante di questo riassetto della kermesse dopo 24 mesi di stop?

"La maggior consapevolezza che il design è un grandissimo vettore di cambiamento, come forma di linguaggio contemporanea, ma anche come innesco per cambiare i luoghi. In questo senso va interpretato il dialogo con le periferie e con le aree abbandonate".

Quale parte hanno svolto i social, sempre più utilizzati come strumenti?

"Quella di filtro. La nostra piattaforma con la guida ragionata agli eventi più interessanti è stata seguitissima. E poi instagram si è rivelato una perfetta fonte di informazione real time".

Il suo Fuorisalone preferito?

"Alcova nel quartiere di Baggio l’ho trovato bellissimo, come anche Dropcity perché hanno svolto proprio questa funzione di scouting di luoghi. E sono progetti, come quello nato nei sottopassi della Stazione Centraleche resteranno anche dopo la fine del periodo.

E poi l’installazione di Flos per i sessnt’anni, in via Orobia".

Anna Giorgi

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