"Giusto e urgente introdurre norme più severe"

È il parere di Matteo Colleoni mobility manager e docente di Politiche urbane in Bicocca

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Dopo l’incidente a Trezzano in cui hanno perso la vita un motociclista 60enne e il guidatore di un monopattino, 39enne, si torna a parlare di sicurezza e micromobilità. Secondo l’esperto Matteo Colleoni, mobility manager e docente di Politiche urbane all’Università Milano-Bicocca, c’è ancora molto da fare per garantire la sicurezza sulle strade. Nell’ultimo anno, con il boom dei monopattini, sono aumentati anche gli incidenti per i guidatori. Scontri che avvengono, secondo l’esperto, per due motivi precisi.

Quali sono?

"Mancanza di una seria regolamentazione e rispetto delle regole. La normativa che riguarda l’uso del monopattino è il decreto ministeriale 229 del 2019. Il documento lascia poi la possibilità ai singoli Comuni di regolamentare l’utilizzo, come l’uso del casco obbligatorio. Il decreto fissa però norme importanti: obbligo della segnaletica dedicata, divieto d’uso su marciapiedi e strade extraurbane e velocità massima di 20 chilometri all’ora sulle ciclabili e sulle strade urbane, mentre nelle aree pedonali si può andare massimo a 6 chilometri l’ora".

Cosa bisogna fare di più?

"Innanzitutto informare, far conoscere meglio la normativa. Molti non la rispettano pur avendola ben presente, ma altri la ignorano perché non ne conoscono i contenuti. Le amministrazioni devono informare, sia i guidatori di monopattini sia i conducenti di qualsiasi altro veicolo. E poi, inasprire le sanzioni per chi non rispetta le norme".

Qualche giorno fa il Consiglio regionale lombardo ha approvato una proposta di legge al Parlamento. Condivisibile?

"Sì, tutti i punti. Si chiede il casco obbligatorio per tutti, non solo per i minori, un’assicurazione sulla responsabilità civile e corsi di educazione stradale per conoscere le normative, soprattutto per i minorenni. Effettivamente non esiste un’educazione all’uso del monopattino: bisogna introdurla".

Cosa possono fare, invece, le aziende che li mettono a disposizione con il servizio di sharing?

"Ne parlavo proprio con i miei studenti. L’idea potrebbe essere rivedere le tariffe a minutaggio: si paga in base al tempo di utilizzo, ma questo spinge l’utilizzatore ad andare più veloce, per spendere meno. Sarebbe opportuno pensare a un altro tipo di tariffa di utilizzo".

Fra.Gri.

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