"Giù le mani dai servizi pubblici" Mille firme contro il progetto

Cittadini sul piede di guerra costituiti in un coordinamento: consegnato il plico in consiglio comunale. La petizione per difendere la scuola, i consultori e per chiedere la revisione del piano per il quartiere. La replica del sindaco Ghilardi: abbiamo già ricevuto una delegazione, abbiamo ipotesi alternative.

"Giù le mani dai servizi pubblici"  Mille firme contro il progetto

"Giù le mani dai servizi pubblici" Mille firme contro il progetto

di Laura Lana

Oltre mille firme sono state raccolte porta a porta dai cittadini della Crocetta, che si sono costituiti in un coordinamento e che giovedì sera hanno incontrato i capigruppo in consiglio comunale portando il plico. Una petizione per difendere la permanenza nel quartiere dei servizi pubblici, dalla scuola ai consultori, e chiedere la revisione dell’attuale progetto "Entangled" con cui il Comune ha ottenuto 15 milioni di fondi regionali per riqualificare il quartiere. "Non baratteremo un parchetto pubblico con una scuola - spiega Marco Abbate -. Oggi abbiamo servizi a 5 minuti a piedi e questo programma sposa l’idea di delocalizzazione, esattamente il contrario di quello che serve per non fare del quartiere un ghetto". I firmatari chiedono "vere modifiche scritte e non propaganda" e di "conoscerle ora, non dopo le elezioni". Attualmente il piano prevede l’abbattimento della Anna Frank, che ospita il metodo Montessori per creare lì un giardino e spostare altrove gli studenti. "Per 8 anni sono stato presidente del consiglio di istituto del plesso e ho visto nascere la Montessori - racconta Massimo Bricchi -. Credevo nel progetto che ha consentito a una scuola, che rischiava la chiusura perché non riusciva a raggiungere quote di iscrizioni, a diventare un unicum nazionale. I marker sociali devono pesare più dei marker urbanistici". Stefania Vezzani, 3 figli e residente in Crocetta, punta l’attenzione su tutti i servizi. "Siamo contenti che ci siano questi fondi ma chiediamo di essere coinvolti. Abbattere la scuola significa portare fuori la frequenza e togliere un servizio: non ci serve un giardino che diventerà luogo di spaccio senza il presidio delle famiglie. Non abbiamo bisogno spazi vuoti, abbiamo già socialità. Dinamicità è avere famiglie che si spostano e poi si fermano dopo scuola. Diversi negozianti chiuderanno perché soffriranno l’eliminazione di questi scambi".

Anche il consultorio è fondamentale "soprattutto per le donne straniere. Non sarà più un quartiere". La richiesta è di ascolto "per migliorare il piano e scongiurare un impatto negativo per i prossimi decenni. Spiace la mancata partecipazione del sindaco e speriamo ci sia disponibilità nei prossimi incontri". La revisione è già in corso. "Abbiamo già ricevuto una delegazione, anche chi l’altra sera ha incontrato i capigruppo in una riunione dove non ho potuto presenziare e abbiamo esposto ipotesi alternative al collocamento degli studenti", replica Giacomo Ghilardi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro