Giornata della Memoria, corone all'ex Albergo Regina e un albero per Perlasca

Iniziative, dibattiti, incontri con gli studenti. Il sindaco Sala: "Da Milano voce univoca: mai più"

La cerimonia dabanti all'ex Albergo Regina (foto Comune di Milano)

La cerimonia dabanti all'ex Albergo Regina (foto Comune di Milano)

Milano, 27 gennaio 2020 - Una giornata ricca di iniziative a Milano per il Giorno della memoria. Di prima mattina si è tenuta la tradizionale cerimonia di deposizione delle corone all'ex albergo Regina, in via Silvio Pellico, che fu quartier generale nazista delle SS a  Milano a partire dal 1943. Un luogo di tortura dove venivano imprigionati ebrei e dissidenti del regime e che "per 65 Milano ha rimosso dalla sua memoria - come ha ricordato Roberto Cenati, presidente di Anpi Milano - , una rimozione pericolosa a cui si è rimediato 10 anni fa con la posa di una targa". 

Cenati ha poi sottolineato come in Italia ed Europa "si assiste ad una deriva xenofoba, razzista, antisemita preoccupante. Un fenomeno che ci deve preoccupare sempre più anche dopo quanto accaduto a Mondovì", dove è stata imbrattata con scritte antisemite la casa di una partigiana. L'assessore al Bilancio del Comune di Milano ha ricordato come la città anche con la marcia dei sindaci a sostegno di Liliana Segre "dimostra di resistere alla politica dell'odio. Chi arriva a Milano diventa cittadino come gli altri e l'accoglienza può aiutarci a contrastare pericolosi ritorni al nazionalismo". Ha preso parte alla cerimonia anche il presidente del Consiglio regionale lombardo, Alessandro Fermi, che ha sottolineato come "la memoria per essere forte deve essere viva e capace di dialogare con il presente. Questo è anche il primo dovere delle istituzioni nei confronti dei giovani".

Cerimonia anche all'Istituto superiore Carlo Cattaneo, dove sono state consegnate le medaglie d'onore agli internati militari italiani durante il nazifascismo. "Un patto tra generazioni" per il prefetto di Milano, Renato Saccone, che ha partecipato alla cerimonia. "Abbiamo coi ragazzi del Cattaneo deciso di rendere onore a chi ha fatto una scelta importante - ha spiegato Saccone -: ovvero gli internati militari italiani che dissero no alla Repubblica  sociale italiana e scelsero i campi di concentramento, invece di aderire a un ideologia che portò solo danni e disastri al nostro Paese e al mondo". Per il prefetto di Milano oggi "è una giornata contro l'indifferenza e contro il fanatismo". "Per questo bisogna coltivare la conoscenza e la memoria. Noi oggi , nel ricordare, ribadiamo con  questi ragazzi l'impegno per la democrazia e la tolleranza", ha spiegato il prefetto. "Mezzo milione di persone era reduce da uno, due anni di guerra - ha ricordato Saccone -. Avevano una scelta davanti: furono sollecitati e stimolati a tornare in Italia (per aderire alla Rsi ndr.) e invece decisero di affrontare le pene, le difficoltà, la fame". "Non furono neanche riconosciuti come prigionieri di guerra - ha aggiunto -, ma preferirono restare nei campi e arrivarono a volte dopo mesi, dopo un anno dalla fine della guerra, a tornare alle loro famiglie, alle loro abitazioni".

L'ulivo per Giorgio Perlasca
L'ulivo per Giorgio Perlasca

Non ha potuto essere presente di persona Edith Bruck oggi al Conservatorio di Milano dove circa 1.500 studenti si sono ritrovati questa mattina per ascoltare la testimonianza della scrittrice di origine ungherese, sopravvissuta ai campi di concentramento. L'hanno però potuta conoscere - nell'appuntamento organizzato dall'associazione Figli della Shoah insieme al Conservatorio - attraverso il documentario a lei dedicato nel 2012 dalla Fondazione Villa Emma. Villa Emma a Nonantola, nel modenese, è il luogo in cui trovarono rifugio dalle persecuzioni 73 ragazzi ebrei fino al settembre 1943, quando con l'invasione nazista furono nascosti fino a che non riuscirono ad arrivare in Palestina, con due sole eccezioni. Ora la Fondazione si occupa di ricerca storica e divulgazione e ha realizzato tre documentari su tre diversi personaggi: lo scrittore Boris Pahor, triestino di origine slovena, partigiano che venne internato nei campi tedeschi; Primo Levi e appunto Edith Bruck, ungherese che, dopo la deportazione nei campi, arrivò in Italia dove trovò una nuova lingua per raccontare le sue storie. "Con lei - ha spiegato il direttore della Fondazione Fausto Ciuffi - siamo partiti dal racconto della ripresa della vita in un nuovo Paese. La sua è una vicenda che parla molto ai ragazzi di oggi, che si misura con il passato ma anche con il presente".

 

Sala: "Da Milano voce univoca: mai più"

"Ricordare sempre, tutti i giorni, ieri, oggi e domani. Nel giorno delle celebrazioni per la Giornata della Memoria da Milano si alza forte una voce univoca: 'mai piu'". Antifascismo, tolleranza, apertura e solidarieta' sono le solide fondamenta sulle quali poggia la nostra citta', valori che difenderemo sempre, a qualsiasi costo. Fare i conti con la storia significa scegliere un futuro diverso. Per questo non dimenticheremo mai". Così, in un post su Facebook, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in occasione della Giornata della Memoria.

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Boom di visitatori al Memoriale della Shoah

Sono circa 8mila le persone che in due giorni hanno visitato il Memoriale della Shoah di Milano. I visitatori sono stati quasi il doppio rispetto alla media giornaliera e, vista l'affluenza, ieri e oggi sono state intensificate le visite guidate. I gruppi sono stati assistiti delle guide specializzate, formate dall'Associazione Figli della Shoah e da più di 30 tra volontari e ragazzi dell'alternanza scuola-lavoro. ''Siamo felici di registrare anche quest'anno una media giornaliera di visitatori in aumento, sintomo di una crescente attenzione non solo verso ciò che è stato, ma anche e soprattutto verso una concezione dinamica della Memoria, come spazio in cui cercare risposte per il nostro presente'', ha detto Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah. ''In un contesto come quello attuale, purtroppo talvolta animato da episodi di discriminazione e paura della diversità, giocano infatti un ruolo fondamentale le testimonianze: delle persone e dei luoghi come questo, capaci di trasformare il ricordo, seppur doloroso, in un motore per un futuro sempre più inclusivo e aperto'', ha aggiunto.

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