Giorno della Memoria, Segre: "Noi ultimi sopravvissuti, poi la Shoah sarà dimenticata"

La senatrice ha parlato davanti ad una platea di studenti, al Teatro degli Arcimboldi

La senatrice Liliana Segre

La senatrice Liliana Segre

Milano, 15 gennaio 2019 - Il 27 gennaio si celebra la 19esima Giornata della Memoria, la ricorrenza internazionale - nell'anniversario dell'ingresso delle truppe sovietiche nel campo di concentramento di Auschwitz - per ricordare le vittime dell'Olocausto. Tante sono, come ogni anno, le iniziative organizzate. Milano è partita in anticipo, oggi, con un incontro degli studenti con la senatrice a vita e sopravvissuta Liliana Segre, al Teatro degli Arcimboldi. 

"Purtroppo sono estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell'ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più", ha detto la senatrice. Una storia "di morte ma anche di vita, di male ma anche di bene, di odio ma anche di amore" la sua, che oggi ha ripercorso con gli studenti di scuole medie e superiori a cui si è raccontata come fossero «miei nipoti ideali". Dal giorno in cui nel 1938 fu espulsa da scuola perché ebrea, passando per la deportazione ad Auschwitz dal binario 21 (in cui ora sorge il Memoriale della Shoah), il lavoro nella fabbrica di munizioni, la sopravvivenza, le umiliazioni nelle baracche. "I sopravvissuti come me - ha spiegato - e io sono una delle pochissime ancora in vita, hanno un debito verso i 6 milioni che sono stati uccisi non perché hanno fatto qualcosa, ma per la colpa di essere nati". "Sarà così - ha ripetuto a margine dell'evento - la Shoah si dimenticherà, la storia è sempre così" ma "io spero che uno di questi ragazzi si ricordi di Janine", l'amica della senatrice che non passò la selezione con gli ufficiali tedeschi. «Io fui terribile - ha ricordato - non la salutai. Se volete ricordare qualcosa della giornata di oggi, ricordate Janine: se chi muore viene ricordato, non sarà morto invano", ha concluso.

SEGRE_OBJ_FOTO_1_36278488All'iniziativa, promossa dall'associazione 'Figli della Shoah', in collaborazione, tra gli altri, con Regione Lombardia, ha partecipato anche l'assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e Disabilita' Stefano Bolognini, in rappresentanza del presidente Attilio Fontana, come fa sapere una nota dell'ente. "Se andate al Memoriale della Shoah di Milano, sotto la stazione Centrale, non potete evitare di essere colpiti dalla scritta che vi campeggia: 'Indifferenza'. In effetti questo sentimento ha segnato e segna come uno spartiacque nella vita non solo dei milanesi e dei lombardi. Tale sentimento e' diventato schiaffo per chi si e' girato dall'altra parte, accade anche oggi, e non ha voluto vedere: rappresenta il buio, la negazione, la violenza. Ma si e' trasformato anche in amore, coraggio, vita che e' dono, per chi ha poi trovato la forza di guardare, ribellarsi, testimoniare", ha osservato Bolognini.

Liliana Segre sarà al Teatro alla Scala, martedì 22 gennaio alle 10.30, in preparazione del Giorno della Memoria. La senatrice parlerà a una platea composta in massima parte di studenti. L'incontro, organizzato dall'Associazione figli della shoah, dalla sezione Anpi del Teatro alla Scala e dall'Anpi provinciale di Milano, sarà introdotto da Enrico Mentana. In apertura dell'evento Alfredo Persichilli, primo violoncello del Teatro alla Scala, e il pianista Andrea Rebaudengo eseguiranno Kol Nidrei di Max Bruch. Il Giorno della Memoria è stato istituito dal Parlamento italiano nel 2000, individuando la data del 27 gennaio, giorno dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. Nel 2005, seguendo l'iniziativa già presa da diversi Paesi, la stessa data è stata accolta anche dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il Giorno della Memoria, recita la legge istitutiva, ha il fine di "ricordare la shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".

 

 

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