Milano, il dramma di un muratore: "Il gioco mi fa schiavo. Addio"

"Ho rovinato anche la mia famiglia" e tenta di suicidarsi. La polizia lo intercetta e lo salva

Un locale che ha saputo dire no alle slot machines

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Milano, 13 maggio 2019 - «Col gioco sto facendo del male alla mia famiglia, la faccio finita». La disperazione di un ludopatico. I soldi sperperati alle macchinette e i problemi economici. Il tentativo di suicidarsi con i fumi di scarico della sua auto. E l’intervento salvavita della polizia. La drammatica vicenda, collegata a doppio filo al tema della dipendenza patologica da gioco d’azzardo, è andata in scena sabato pomeriggio tra Milano e il suo primo hinterland. Tutto parte poco dopo le 17, quando un uomo riceve un sms dal fratello, un 56enne di professione muratore: «Non ce la faccio più, mi ammazzo», in sintesi il testo del messaggio. A quel punto, l’uomo chiama il 112: «Vi prego, aiutatemi a trovarlo». Gli operatori della centrale operativa della Questura avviano subito gli accertamenti del caso per capire dove possa trovarsi l’aspirante suicida. È una corsa contro il tempo, inizialmente al buio. Le verifiche nel database dell’Anagrafe rimandano un indirizzo di residenza, ma lì non risponde nessuno. Gli agenti riescono a contattare la compagna del 56enne: «Mi ha chiamato poco fa per dirmi che mi ama», riferisce la donna. All’ennesimo tentativo, il cellulare dell’uomo torna a squillare: lui risponde confermando le sue intenzioni, e i poliziotti riescono a tenerlo al telefono giusto il tempo che serve per individuare la cella che sta «agganciando» in quel momento il segnale dello smartphone.

La procedura di «positioning» dà esito positivo: l’uomo si trova dalle parti di Pero, in particolare in un capannone di una ditta con la quale il 56enne ha collaborato nel recente passato. Le Volanti più vicine si precipitano sul posto. L’auto è lì, c’è un tubo che collega la marmitta al finestrino lato conducente, semichiuso. Gli agenti aprono la portiera e tirano fuori il 56enne, già in stato di semi-incoscienza: portato in condizioni non gravi all’ospedale di Rho, l’uomo se la caverà. E probabilmente, una volta ristabilitosi, intraprenderà un percorso terapeutico per disintossicarsi dalle macchinette mangiasoldi. Solo 24 ore prima, un’altra persona aveva provato a togliersi la vita per problemi economici, in zona Lambrate a Milano, ma pure in quel caso il tempestivo intervento dei carabinieri del Radiomobile è riuscito a scongiurare il peggio.

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