Strage in tribunale, ergastolo confermato per Giardiello

La decisione dopo oltre due ore di camera di consiglio. Il padre di una delle vittime: "Sospetto che avesse un complice"

Claudio Giardiello arriva in tribunale a Milano

Claudio Giardiello arriva in tribunale a Milano

Brescia, 9 giugno 2017 - Condanna all'ergastolo confermata in appello per Claudio Giardiello, l'imprenditore che il 9 aprile 2015 uccise a colpi di pistola tre persone al palazzo di Giustizia di Milano: il suo coimputato di quella mattina Giorgio Erba, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani e il magistrato Fernando Ciampi. Per quella strage Giardiello era stato condannato all'ergastolo il 14 luglio dell'anno scorso. La sentenza è stata letta alle 15.39 dal presidente della Corte d'Appello di Brescia, Enrico Fischetti. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Giardiello durante la camera di Consiglio, durata due ore, ha atteso nella cella di sicurezza dell'aula. 

La conferma dell'ergastolo era stata chiesta in mattinata dal sostituto procuratore generale di Brescia Gianpaolo Zorzi. Escluse, come già in primo grado, le attenuanti generiche; mentre in merito alla perizia sulla reale capacità dell'imputato di stare a giudizio, il sostituto procuratore generale ha tagliato corto: "Se n'è ampiamente discusso in primo grado anche se si era trattato di un abbreviato". Il processo d'appello si è aperto stamani con il rigetto della richiesta di una nuova perizia sulla capacità di stare in giudizio dell'imputato presentata dalla difesa. 

"L'arma quel giorno non è passata con Giardiello e ho il rammarico che non siano state fatte indagini più approfondite perché ho il sospetto che Giardiello avesse un complice e quindi forse c'è ancora un assassino in libertà". Lo ha detto Aldo Claris Appiani, il padre di Lorenzo, una delle tre vittime della strage di Palazzo di giustizia di Milano del 9 aprile, al termine del processo d'appello nei confronti di Claudio Giardiello, per il quale è stato confermato l'ergastolo. "La condanna è quello che ci aspettavamo perché era tutto abbastanza logico. Sentenza rende giustizia alla verità perché oltre alla pena per Giardiello a me interessava l'esatta ricostruzione dei fatti".

 

 

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