Gianni Brera e "l’orrida vecchiezza"

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Andrea

Maietti

 8 settembre 2022 avresti compiuto 103 anni, Gioânn, come mai avresti voluto.

Temevi "l’orrida vecchiezza", che ti avrebbe spenta la tua ‘lust zu fabulieren’, il tuo demone, la tua ossessione di raccontare. Così sei stato rapito prematuramente in cielo, per il privilegio che tocca agli eroi, compreso Fausto Coppi, il tuo eroe massimo, che i 103 li compie appena una settimana dopo di te.

Ho messo sul comodino il tuo ‘Arcimatto’ del 1978 (Bompiani), l’antologia di pagine scucite dai tuoi paginoni paroliberi sul "Guerin Sportivo". L’Andrea Majett, giovane insegnante della Bassa, eletto da te (pensa il sussulto del cuore) sarto delle tue pagine, dopo l’elezione a ‘biografo ufficiale’ davanti a un risotto e a un bicchiere di Barbacarlo (sul secondo ero già in difficoltà). Tu mi hai perdonato, battezzandomi ‘lodesan linfatico’. Trecento pagine da circa tremila. Quando tu le hai viste (non hai tolto né aggiunto una sola), le hai benedette con la breve dedica sul libro fresco di stampa: "Al mio amico prof. Andrea, con affettuosa amicizia (e gratitudine), Gioânn)".

Le ho rilette tutte le trecento pagine, quarantaquattro anni dopo. La patria Lombardia, conforto per una povera Italia, secondo te nata male, se non mai nata. La tua vocazione a essere Goethe e il tuo destino simile a quello del magnifico pedatore Giacinto Facchetti, un Ribot alle stanghe del mena-latte.

E il tuo culto dell’amicizia, per cui rispondevi a chi ti accusava di incoerenza politica: "Voto per gli amici. Non è coerenza politica, è almeno coerenza affettiva".

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