Alberto Genovese, le ragazze violentate chiedono il risarcimento: inizia la trattativa

Le due giovani si sono costituite parti civili e nell’atto di costituzione hanno presentato la loro richiesta economica

Alberto Genovese

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Le conseguenze dello stupro durato venti ore con lesioni fisiche e anche psicologiche importanti per chi le ha subite sarà uno degli elementi su cui punterà la difesa per il risarcimento. Le due vittime di Alberto Genovese ieri si sono costituite parti civili, insieme all’associazione Di.re attiva a tutela delle donne. Le ragazze lo hanno fatto durante l’udienza preliminare a carico dell’ex imprenditore arrestato un anno fa per violenza sessuale. "La mia assistita non sta bene: abbiamo ipotizzato alcuni calcoli che tengono conto dei danni patrimoniali e non patrimoniali rispetto agli importanti danni fisici e psicologici che ha riportato", spiega Luigi Liguori, difensore di una delle vittime. "Ora toccherà all’imputato decidere o fare una controfferta. Il giudice ha concesso tempo e quindi ha rinviato l’udienza al prossimo 28 gennaio. Genovese, difeso dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, è accusato di due episodi: la violenze sessuali ai danni di una 18enne avvenute a Milano nel suo attico di lusso "Terrazza sentimento", e dello stupro di una 23enne il 10 luglio scorso in una villa di Ibiza, in entrambi i casi le violenze sono avvenute dopo che le vittime sono state rese incoscienti con un mix di droghe. È imputata anche la ex fidanzata dell’imprenditore, accusata in concorso per gli abusi sessuali avvenuti nell’isola spagnola. La donna avrebbe assistito senza fare nulla e senza prestare aiuto alle giovani donne.

Le prossime mosse: fino all’udienza del 28 gennaio i legali dell’ex mago delle start up digitali avranno la possibilità di proseguire le trattative con quelli delle ragazze per arrivare ad un risarcimento, che è già stato quantificato nell’atto di costituzione come parte civile. E si parlerebbe di milioni. "La difesa deve valutare se c’è la possibilità di aderire alle richieste economiche che abbiamo presentato", ha spiegato ieri fuori dall’aula l’avvocato Liguori. Mentre, pare, la possibilità di versare una somma anche all’altra delle due vittime è sfumata perché le trattative si sono subito interrotte. In questi mesi, poi, la difesa dell’ex Bocconiano dovrà anche decidere se chiedere il rito abbreviato e un’eventuale perizia psichiatrica.

Il rito alternativo gli consentirebbe di avere lo sconto di un terzo della pena e anche di avere un processo celebrato a porte chiuse. Dopo la chiusura a luglio dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Mannella e dai pm Stagnaro e Filippini e condotta dalla Squadra mobile, Genovese è stato interrogato l’8 ottobre: ha sostenuto, come già in altri interrogatori, di avere agito sotto l’effetto di droga, di cui era "schiavo" e di non avere mai percepito "dissenso" da parte delle giovani che erano altrettanto "alterate". L’imprenditore da fine luglio si trova ai domiciliari in una struttura in provincia di Varese dove sta cercando di disintossicarsi dalla cocaina.

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