"Genovese lucido e spregiudicato: violenze senza freni per puro piacere"

Le motivazioni della sentenza con cui il giudice ha condannato a 8 anni e 4 mesi l’ex re delle startup

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano, 24 novembre 2022 - "Nessun disturbo psichico né vizi di mente dovuti all’uso "massiccio" di cocaina, motore delle violenze che Alberto Genovese ha commesso con "spregiudicatezza, sempre alla ricerca del massimo piacere personale, attirando ragazze, tutte giovanissime, nei suoi festini a base di droga gratis, ospiti vip e lusso". Solo "specchietti per le allodole" per portare avanti "pratiche sessuali" estreme, come il "chem-sex" di cui si vantava, sulle quali "scientemente e pervicacemente aveva organizzato la propria vita". Senza fermarsi di fronte allo stato di "semincoscienza" delle sue vittime, anche quando lo imploravano di smettere.

Così, ritenendolo perfettamente consapevole delle sue azioni, il gup Chiara Valori ha motivato la condanna del 19 settembre a 8 anni e 4 mesi di reclusione per l’ormai ex imprenditore del web, imputato per aver violentato, dopo averle stordite con mix di droghe, due modelle: una 23enne a Ibiza nel luglio 2020 e una 18enne tre mesi dopo nel suo attico Terrazza Sentimento. La difesa di Genovese, con i legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, aveva giocato la carta della seminfermità mentale. Il gup, però, riferendosi in particolare agli abusi del 10 ottobre di due anni fa da cui partì l’indagine, chiarisce che l’ex fondatore di start up ha "sempre agito in condizioni vigili, mentre l’unica che versava in uno stato di sostanziale incoscienza" era la 18enne.

Era "lucido e orientato sin dalle ore immediatamente successive ai fatti, perché ha cercato di far sparire le registrazioni video e ha consegnato 8mila euro a Daniele Leali", all’epoca braccio destro, "per mettere a tacere" la vittima. E "tra il 4 e il 5 novembre" ha versato denaro ad un’altra ragazza "probabilmente per analoga ragione". Ribattezzato mister 200 milionì per i "progetti imprenditoriali" andati in porto, di soldi ne sborsava tanti per "ricevimenti, vacanze", anche durante la pandemia Covid, rifornimenti di droga per i festini e per mantenere rapporti con lo "show-business". Dentro questo "mondo di privilegi", come ricostruito nelle 130 pagine di motivazioni, c’erano pure gli abissi in cui cadevano le sue prede. "Alberto mi aveva detto che, per un buon effetto, la cocaina bisogna sniffarla ogni 45 minuti", ha messo a verbale una ragazza.

Quel che accadeva dopo, scrive il gup, "non era più un problema" per Genovese. Lui si accontentava dell’iniziale assenso delle ragazze. Poi, ci sono le immagini delle telecamere interne a documentare "le fasi della violenza sessuale" sulla 18enne, che era riuscita solo a gridare "slegami, basta". Lo stesso ex imprenditore, aggiunge il gup, ha "ammesso di aver provato raccapriccio" rivedendo i filmati. Gli sono state comunque concesse le attenuanti generiche anche perché ha "positivamente intrapreso un lungo percorso di disintossicazione" in una clinica, ai domiciliari. E sull’ex fidanzata, condannata a 2 anni e 5 mesi per concorso nel caso di Ibiza e difesa dal legale Gianmaria Palminteri, il giudice fa notare che fu "vittima in passato delle condotte di Genovese".

 

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