Accoltellò i genitori a Opera: per i periti è "totalmente incapace"

Marco Manfredini, 28 anni, uccise il padre, la madre si salvò per miracolo. Il giovane aveva interrotto le cure psichiatriche nel periodo del lockdown

I carabinieri a Opera

I carabinieri a Opera

È «pericoloso socialmente» ed è "totalmente incapace di intendere e di volere" nonché "incapace di stare in giudizio", per questo motivo Marco Manfredini il giovane di 28 anni, che soffre di gravissimi disturbi psichici, andrà a giudizio immediato e sconterà la pena in una Rems. Manfredini, che da nove mesi si trova rinchiuso a San Vittore, in attesa di un luogo di cura, ha accoltellato i suoi genitori, nel loro appartamento di Opera, lo scorso 7 gennaio. Il padre dell’uomo, di 83 anni, è morto 13 giorni dopo al Policlinico dove era ricoverato in condizioni gravissime.

L'aggressione

La madre, uscita a fatica dal coma, ha raccontato agli investigatori cosa è successo quel pomeriggio in cui il figlio è rientrato in casa, in stato confusionale e poi li ha aggrediti. É stata proprio lei a chiamare i soccorsi prima di crollare a terra, ferita. L’incapacità di stare in giudizio di Manfredini è stata certificata della perizia psichiatrica, disposta nell’ambito dell’indagine del pm Paolo Filippini, titolare del fascicolo sull’omicidio dell’83enne e sul tentato omicidio della madre di 63 anni. Il giovane, almeno fino al 2019, era in cura al Cps di Rozzano e nell’ultimo periodo aveva già aggredito la madre diverse volte, ma la donna non aveva mai sporto denuncia. Storia personale molto travagliata quella del giovane che, da anni aveva manifestato sintomi gravi al punto da rendere necessari diversi tso e da tempo era in cura a Rozzano per le sue patologie psichiche. I genitori, che lui non era più in grado nemmeno di riconoscere, negli ultimi tempi avevano dovuto affrontare le difficoltà di gestire da soli il figlio durante il lungo periodo del lockdown. Le sue condizioni erano progressivamente peggiorate nel periodo in cui non era più seguito dagli psichiatri durante la pandemia.

L'altro delitto

Sarà, invece, processato in Assise, Zakaria Morchidi, il 34enne arrestato per avere ucciso a coltellate il padre Mohamed, 69 anni, davanti al bar tabacchi di via Giambellino, il 14 marzo scorso. Il giorno dell’omicidio Zakaria, integrazione difficile e un fratello morto da kamikaze in Iraq, dopo essersi radicalizzato alla moschea di viale Jenner, era stato fermato e arrestato da una pattuglia mentre si stava allontanando a piedi da via Odazio, dove a terra c’era ancora il cadavere del padre. Dai colloqui con gli investigatori era poi emerso che il 34enne era in cura al Cps di via Soderini, psicotico, aveva evidenziato grossi problemi di depressione. Zakaria aveva raccontato di non tollerare più i maltrattamenti del padre nei confronti della madre e così, in un momento di rabbia, e dopo che lui gli aveva negato ancora per una volta i soldi, lo aveva accoltellato. Per i periti della procura l’uomo ha capacità di stare in giudizio.

 

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