Gemellini morti in A12 Una doppia assoluzione

Prosciolti sia il guidatore del tir, sia il legale rappresentante dell’azienda "Lo pneumatico rotto aveva mandato in tilt anche il sistema di idroguida"

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INZAGO (Milano)

di Antonia Casini

Due figli morti in pochi istanti. Una tragedia infinita quella della famiglia Brambilla di Inzago in viaggio sull’autostrada A12 per rientrrare a casa, dopo essere stati in vacanza dalla nonna materna a Cecina, in provincia di Livorno. Ieri si è concluso il processo per la morte dei due gemellini di sette mesi rimasti schiacciati in autostrada sotto a un campion: sono stati assolti sia Ilie Oprea, alla guida del tir, difeso dall’avvocato Serena Perna del foro di Firenze, sia il legale rappresentante della ditta di trasporti, Maurizio Ferrari, tutelato dal penalista Francesco Maresca. Come responsabile civile per la Reale Mutua in aula, l’avvocato Max Giordano Marescalchi. Era il 13 luglio del 2015, quando la ruota del tir si affloscia e il mezzo pesante va a sbattere contro l’auto guidata dal padre Cristian che finisce schiacciata sul guard rail.

I corpicini di Andrea e Luca restano intrappolati fra le lamiere. Arrivano i soccorsi. Purtroppo, non c’è nulla da fare per loro. La madre Elisa è ferita, il padre sotto choc. Urla, dolore. Da lì in poi, la ricerca della giustizia.

Il procedimento penale, aperto con l’ipotesi di reato di omicidio colposo a carico di camionista e titolare dell’azienda di trasporti, avrebbe dovuto stabilire cause ed eventuali responsabilità nella tragedia. I genitori, nel frattempo, sono stati risarciti.

Nel processo sono parte offesa i nonni, rappresentati dall’avvocato Beatrice Latona del foro di Milano, rappresentata ieri in aula dal collega Fausto Bottici.

Una delle perizie stabilì che lo pneumatico "aveva mandato in tilt il sistema di idroguida" Il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Aldo Mantovani (in aula il pm onorario Massimiliano Costabile) aveva chiesto l’assoluzione per il camionista e tre anni per l’altro imputato. "Soddisfatto" l’avvocato Maresca "il mio assistito rappresenta una società certificata a livello nazionale". Resta da capire che cosa possa aver provocato la rottura della gomma. Ma sembra che l’ipotesi della mancata manutenzione non abbia convinto la giudice Beatrice Dani: qualche risposta in più si avrà tra 90 giorni con le motivazioni.

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