Gas killer, tragedia al residence Linate. La perizia: "Gravi anomalie nella caldaia"

Il gas ha saturato il locale e poi è filtrato all’esterno invadendo la stanza di Caputo e Mazzacane. Mancava l’isolamento, rischi sottovalutati e norme violate. Indagati il titolare e il manutentore

Francesco Mazzacane

Francesco Mazzacane

Il locale caldaia del residence si è saturato di monossido di carbonio. E il gas killer, inodore, si è propagato verso l’alto in cerca di uno sfogo, filtrando attraverso il pavimento e invadendo la stanza numero 68 al piano immediatamente superiore, dove dormivano il 24enne Francesco Mazzacane e il compagno, Pietro Caputo. I rilievi, che ieri sono proseguiti per circa sette ore, hanno dato una prima risposta sulla tragedia avvenuta lo scorso 9 novembre al residence Linate di Novegro, frazione di Segrate: il gas non ha lasciato scampo a Mazzacane mentre Caputo, sopravvissuto per miracolo, è stato dimesso dall’ospedale Fatebenefratelli e deve sottoporsi a continui cicli di terapia per cercare di recuperare la funzionalità dei suoi polmoni.

La caldaia sotto sequestro, a quanto si è appreso, presentava grosse anomalie, pur non essendo un impianto vetusto. Problemi che avrebbero provocato anche un malfunzionamento del sistema di sicurezza che convoglia il monossidio nella canna fumaria per impedire che il gas - letale per l’uomo se inalato in quantità - si propaghi nell’ambiente. Criticità anche nel sistema di isolamento del locale, previsto dalle norme proprio per prevenire tragedie nel caso di fughe di gas. A eseguire i rilievi, disposti dal pm Isabella Samek Lodovici, sono stati i Vigili del fuoco e i consulenti della Procura, affiancati dagli esperti nominati dai familiari di Caputo e Mazzacane (assistiti dallo Studio 3A-Valore e dall’avvocato Laura Bastia) e dai due indagati.

Sono accusati di omicidio colposo e lesioni colpose il legale rappresentante della struttura e il tecnico che si era occupato della manutenzione della caldaia. Ieri mattina, inoltre, i carabinieri del Ris hanno rilevato le impronte digitali nel locale caldaia, per identificare tutti coloro che hanno “messo le mani“ sull’impianto. Nelle prossime settimane dovrebbe essere ascoltata anche la ditta produttrice della caldaia, nell’ambito degli accertamenti per definire cause ed eventuali responsabilità nell’incidente. Dai rilievi è emerso che il gas aveva invaso anche la stanza adiacente a quella di Caputo e Mazzacane. Camera che, fortunatamente, in quelle ore era vuota.

 

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