Galleria Vittorio Emanuele, la Giunta fa 13 con due spazi all’asta

Sette offerte per l’attuale locale di Versace, altre sei per le vetrine di Armani. In corsa Hermes, Dior, Saint Laurent, Damiani e Prada

Galleria Vittorio Emanuele II

Galleria Vittorio Emanuele II

Milano, 1 febbraio 2020 - Due spazi all’asta, 13 offerte arrivate. La Galleria Vittorio Emanuele riserva un’altra buona notizia per il Comune, proprietario dell’immobile nel cuore della città. Sì, perché per aggiudicarsi gli spazi attualmente occupati da Gianni Versace e da Armani Retail si sono presentati rispettivamente sette marchi per il primo e sei per il secondo che, una volta effettuata un’ulteriore selezione da parte degli uffici tecnici del Demanio comunale, dovranno confrontarsi in due aste all’incanto, con rilanci di 50 mila euro ogni tre minuti. Incassi annuali milionari in arrivo per Palazzo Marino, che intanto fa già 13 con il Salotto dei milanesi.

Vediamo nel dettaglio. Le tre vetrine al piano terra con ammezzato e piano interrato attualmente in uso a Versace misurano complessivamente 324 metri quadrati per una base d’asta di 950.910,80 euro. Ed ecco le sette offerte arrivate e accettate dalla commissione comunale Demanio che ha aperto le buste ieri mattina in via Larga: Hermes, Luxury Retail srl (Saint Laurent), Maxima srl (Max Mara), Christian Dior, Versace, Damiani e Prada, mentre Salmoiraghi e Viganò si è ritirata dalla gara ieri mattina dopo aver presentato un’offerta. Attenzione, però. Su questo spazio è ancora pendente un contenzioso amministrativo tra Comune e l’attuale locatario, Versace. Sì, perché il marchio di alta moda ha provato a stoppare il bando municipale con un ricorso al Tar. Versace, infatti, avrebbe voluto che la Giunta gli rinnovasse automaticamente l’affitto "in forza di una convenzione stipulata con Palazzo Marino nel 2008". Ma il Tar ha respinto il ricorso di Versace e la prima fase della gara sopradescritta si è potuta svolgere regolarmente. Niente sospensiva. Il duello, però, continua. Il Tar discuterà del ricorso in camera di consiglio il prossimo 26 febbraio. La gara per lo spazio di Versace, dunque, resta ancora in bilico.

Passiamo al secondo spazio messo a bando dal Comune, quello attualmente occupato da Armani, che comprende due vetrine al piano terra e un ammezzato a cui sono stati aggiunti gli spazi liberi al piano primo. In tutto 326 metri quadrati per una base d’asta di 872.105,40 euro. Ad Armani questi locali del Salotto non interessano più, perché ha già vinto la gara per aggiudicarsi lo spazio più grande in cui attualmente c’è il marchio Tim e lì si trasferirà. In corsa per il locale, dunque, ci sono Tod’s, Fendi Italia, Bottega Veneta, Damiani, Prada e Salmoiraghi e Viganò.

Chiuso il capitalo dello prima fase dell’asta, il Comune avvierà l’iter per arrivare all’assegnazione dei due spazi nel Salotto. Alla seconda fase dell’asta saranno ammessi i concorrenti che nella prima fase avranno totalizzato un punteggio uguale o maggiore a 70 su un massimo di 100. Gli spazi saranno assegnati con il meccanismo dell’incanto partendo dalle rispettive basi d’asta con rilanci ogni tre minuti di almeno 50 mila euro. La seduta con asta all’incanto dovrebbe essere fissata tra il 18 e il 20 febbraio. Il Comune spera in un’agguerrita competizione tra griffe per aumentare gli incassi dagli affitti della Galleria, attualmente fermi a circa 36-37 milioni di euro, ma che l’assessore al Demanio Roberto Tasca punta a far salire fino a 40 milioni di euro entro la fine di quest’anno.  

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