Gaggiano, sarte speciali donano nuova vita alle stoffe

Un laboratorio di creatività sartoriale utilizza abiti dismessi per aiutare chi è in difficoltà Prodotti fatti a mano con amore

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La battuta di arresto dovuta al lockdown non ha fermato i progetti delle ragazze di "Gaggiano fatto a mano", un laboratorio di cucito nato in nome della solidarietà. L’idea è venuta "coniugando una passione con la voglia di fare del bene", spiega Simona Lucci, che insieme ad altre donne, tra cui Piera Di Vincenzo, ha creato il laboratorio. Simona ha esperienza e la frequentazione di una scuola di cucito alle spalle: per lei la macchina da cucire non ha segreti e ha deciso di condividere la conoscenza di questo antichissimo lavoro con le altre ragazze. Un modo anche per stare insieme, condividere esperienze, darsi da fare, imparare un mestiere. Il laboratorio di cucito è un’officina di talenti e un luogo per scambiarsi saperi. Ma non è tutto: di base, il progetto ha uno scopo solidale. Tutto viene venduto e il ricavato destinato in aiuto delle realtà fragili del territorio. Insomma, un cucito di solidarietà. Il primo banco di prova per il laboratorio risale al periodo del lockdown: "Eravamo nate da poco – racconta Simona Lucci – e ci siamo dovute fermare, ma solo con gli incontri. Abbiamo realizzato mascherine in tessuto donate ai volontari". Con stoffe e tanta determinazione, le ragazze hanno confezionato le mascherine, in un periodo in cui i dispositivi scarseggiavano, a fronte di un bisogno crescente. "Abbiamo voluto fare qualcosa per il nostro paese – aggiunge Piera Di Vincenzo–, e aiutare, nel nostro piccolo, in un momento di pesante crisi ed emergenza. Vedere le nostre mascherine indossate è stata una bella soddisfazione che ci ha dato la forza per andare avanti". Gli incontri riprenderanno a settembre, sempre seguendo gli stessi obiettivi: solidarietà, passione e voglia di fare del bene. Anche all’ambiente: i materiali utilizzati sono per lo più di riciclo, vecchi scampoli e tessuti che riprendono vita sotto le abili mani che guidano le macchine da cucire. E così, da vecchi "pantaloni del servizio militare del mio compagno e da jeans dismessi, ho creato uno zaino", dice soddisfatta Simona, che lancia un appello: "Se avete stoffe, tessuti in vecchi bauli della nonna, lezuola, non buttateli – dice – possiamo farne delle bellissime creazioni che serviranno ad aiutare chi ha bisogno".

Francesca Grillo

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