Furti in casa e ai distributori di benzina: sette arresti/ VIDEO

Contestati 14 furti in appartamento e 15 raid notturni in stazioni di servizio compiuti in mezza Lombardia

Furti in case e benzinai

Furti in case e benzinai

Milano, 15 marzo 2018 - Covi e motel dove nascondersi, auto rubate per i colpi, un raggio d’azione esteso a mezza Lombardia e una maratona criminosa che, sino a questo momento, aveva fruttato oltre 200mila euro fra denaro e preziosi: incastrata banda di albanesi, era specializzata in furto in appartamento e ai distributori di benzina. All’attivo anche due rapine e spaccio. Il fermo per associazione a delinquere emesso dalla Procura della Repubblica di Milano ai danni di 7 albanesi, di cui cinque ora agli arresti, tutti domiciliati in area Adda-Martesana, è stato eseguito dai carabinieri di Cassano d’Adda, autori di un’indagine lampo, aperta in gennaio e chiusa il mese dopo. Negli ultimi giorni l’acquisizione degli ultimi elementi, e poi la retata. Gli arrestati sono giovani, fra i 20 e i 26 anni, e solo uno ha precedenti specifici. Per la maggior parte erano del resto in Italia da poco tempo.

La banda imperversava da mesi: 14 furti in appartamento contestati, 15 raid notturni in stazioni di servizio, dove ormai avevano affinato la tecnica per recuperare il denaro. Ma anche due rapine, compiute in provincia di Brescia e di Lodi. In queste due circostanze la banda all’opera in appartamenti era stata sorpresa dai proprietari rientrati a sorpresa: e il furto era stato condotto a termine tenendo le vittime sotto la minaccia dei cacciaviti usati per lo scasso. Un sodalizio criminale rodato e robusto, che aveva quartier generale in quest’area della provincia di Milano e agiva in tutta la zona della Martesana, sconfinando abitualmente a Monza e Brianza, nella Bergamasca, nel Bresciano e nel Lodigiano, e forse anche più lontano.

Trasfertisti del furto, come li ha definiti il pm David Monti, ieri in conferenza stampa con il Comandante della Compagnia cassanese Giuseppe Verde. E reclutatori. Fissi due elementi della gang (i professionisti: scassinatore il primo, autista il secondo), i partecipanti ai singoli colpi erano a rotazione, e la banda si rimpinguava con gli arrivi in Italia, «qui si rischia poco». Il colpo che aveva dato il via all’indagine, lo scorso 12 gennaio, era stato in un distributore di Cernusco. La banda era scappata con il denaro e aveva abbandonato l’auto usata per il furto a Gorgonzola. Un’Alfa 147, come quasi tutte le 6 rubate e poi impiegate per i colpi: i malviventi, pare, erano dotati di un dispositivo idoneo a mettere in moto in un battibaleno proprio quel modello.

L’auto ritrovata, le prime certosine ricostruzioni, l’ausilio di alcune telecamere di videosorveglianza, l’impiego di tecnologie satellitari, e il puzzle ricomposto in un mese: il 22 febbraio scorso la chiusura ufficiale dell’indagine. Non è finita. In carcere cinque dei sette destinatari del fermo, ma vi sono almeno altri due ricercati e fra questi una donna. Forse tornati in Albania. E non è certamente completa la conta dei colpi. Alla banda dell’Alfa potrebbero essere ricondotti, a breve, numerosi altri episodi registrati negli ultimi mesi, e su cui si indaga.

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