Fulvio Oscar Fuso, l’uomo che visse due volte: "Io morto il 5 gennaio e 'risorto' il 9"

Il decesso del 64enne ricoverato al Fatebenefratelli era stato comunicato, per errore, a Sannicola, paese di residenza in Puglia dove i parenti avevano già preparato i funerali

Fulvio Oscar Fuso

Fulvio Oscar Fuso

"Scusi, è lei il signor Fulvio?". "Sì, sono io. Non sono morto". Ride. È la prima telefonata a cui Fulvio Oscar Fuso, di 64 anni, risponde con il cellulare nuovo. Anzi, dopo aver perso la telefonata è lui a richiamare: "Devo ancora capire bene come funziona questo smartphone" donatogli ieri da una cara amica che l’ha raggiunto al Fatebenefratelli di Milano, dov’è ricoverato dal 22 dicembre. Il suo caso ha riempito le pagine di cronaca: dato per morto il 5 gennaio, è “risorto“ il 9.

Equivoco chiarito. È arrivato in pronto soccorso solo e senza cellulare (che ha smarrito o che gli è stato rubato) dopo un viaggio dalla Puglia; da prassi l’ospedale ha compilato il “modulo di ricerca parenti“ che ha poi inoltrato alla Questura. Ma nella pec inviata al Comune di Sannicola, dove Fulvio risiede, dal commissariato Garibaldi-Venezia, è stato scritto per errore "decesso". I familiari stavano preparando il viaggio verso Nord per riconoscere la salma e avevano già contattato l’impresa di pompe funebri per i funerali. Ma Fulvio è vivo.

Come mai si è messo in viaggio per Milano?

"Perché voglio curarmi qui. Ho un brutto male e il mio desiderio è poter essere ricoverato al San Gerardo di Monza: sono convinto che lì possano aiutarmi con un intervento non invasivo. Sono stato in due ospedali in Puglia ma non sono rimasto soddisfatto e sono scappato dalla sanità meridionale. Ho vissuto tanti anni a Milano, lavoravo come importatore di cerniere lampo dall’estremo Oriente. Ora non ho niente, nemmeno la pensione".

Aveva un appuntamento a Monza?

"No. Sono partito all’avventura".

E come mai si trova al Fatebenefratelli?

"Ho preso un pullman a Lecce. A Modena mi sono dovuto fermare per riposare, perché non stavo bene. Poi ho proseguito in treno. Non ero in buone condizioni, tremavo. In Emilia volevano chiamare un’ambulanza ma io ero deciso a raggiungere la Lombardia. Poi, una volta a Milano, un’ambulanza mi ha portato al Fatebenefratelli. Ora spero di essere trasferito a Monza".

Quando ha perso il telefono?

"In ospedale mi sono accorto di non averlo più".

E quando ha saputo che nel suo paese lo credevano morto?

"Tre giorni fa".

Come l’ha presa?

"Con ironia. Spero che questa storia mi porti fortuna. Mi sarebbe dispiaciuto solo per i miei genitori: fossero stati in vita, sarebbe stato un duro colpo sapermi morto. Mercoledì è venuto a trovarmi un poliziotto che si è scusato per l’errore. Chissà se questo errore mi allungherà la vita".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro