Milano, fronda No vax nella polizia locale

Lettera alle Rsu da 98 ghisa: "No alle discriminazioni, tamponi gratis". Vertice tra Comune e sindacati

La Polizia Locale di Milano

La Polizia Locale di Milano

Milano - "Non possiamo accettare che i colleghi non vaccinati siano sottoposti al ricatto di dover sostenere ogni 48 ore il costo del tampone per ottenere il green pass; pertanto, ribadiamo quanto sia essenziale che venga concesso l’accesso gratuito a questo screening, considerato il fatto che il tampone ogni 48 ore permette di monitorare al meglio il contagio".

È un passaggio della lettera che, stando a quanto risulta al Giorno, è stata indirizzata alcune settimane fa alla Rsu del Comune da 98 agenti della polizia locale (con tanto di firme in calce al documento). La missiva è stata inviata nei giorni in cui si stava ancora discutendo della possibilità, poi diventata realtà, che il Governo introducesse l’obbligo di certificato vaccinale per i dipendenti pubblici. I firmatari non sono dichiaratamente No vax, anche se alcuni passaggi del documento sembrano andare in una direzione ben precisa: quello, ad esempio, in cui si cita una risoluzione del Consiglio d’Europa che invita a non discriminare "le persone che non sono vaccinate per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid è attualmente somministrato o consentito, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non vaccinarsi". L’ultima opzione, "hanno scelto di non vaccinarsi", è volutamente in grassetto, a voler rivendicare una decisione consapevole e non legata a patologie o a legittimi impedimenti all’immunizzazione contro il coronavirus. Detto questo, la richiesta ai rappresentanti sindacali è chiarissima: "Riteniamo, quindi, che la scelta del tampone non possa essere ostacolata, bensì, in caso di obbligo al green pass, debba essere sostenuta con la possibilità di tamponi salivarinasali gratuiti da effettuarsi in servizio all’inizio dell’orario di lavoro".

In vista della scadenza di venerdì, quando ai ghisa (così come a tutti gli altri lavoratori) verrà richiesto il green pass, non si sa di preciso quanti siano i non vaccinati: fonti non ufficiali parlano di almeno 100 persone (a giudicare dal numero di vigili che si sono esposti con nome e cognome per sottoscrivere l’appello alla Rsu), ma c’è pure chi si spinge ben oltre i 150. Se i dati fossero confermati, la percentuale sul totale di 2.800 agenti raggiungerebbe la quota del 5-6%. Intanto, stamattina alle 10 è in programma un incontro tra i dirigenti del Comune e i delegati sindacali proprio per parlare dell’introduzione dell’obbligo del certificato verde per tutti i dipendenti dell’amministrazione (ghisa compresi) e delle modalità con cui verranno effettuati i controlli: è probabile che alcuni dei rappresentanti dei lavoratori chiedano a Palazzo Marino tamponi gratis o a prezzi simbolici (un euro) per coloro che non si sono immunizzati.

Un’istanza anticipata ieri dal segretario del Sulpm Daniele Vincini con una lettera inviata al sindaco Giuseppe Sala: la sigla, la premessa, "è da sempre favorevole alla vaccinazione su base volontaria, ma di contro ha criticato in tutte le sedi deputate l’introduzione del green pass obbligatorio nel mondo del lavoro, significando che era necessario comunque garantire la fornitura gratuita dei tamponi antigenici ai lavoratori non vaccinati". Da qui la richiesta di "intervenire con direttive e autorizzazioni di carattere amministrativo per garantire la fruizione dei tamponi gratuiti su tutto il territorio comunale e per tutti gli appartenenti al Comune di Milano". Stamattina la risposta dell’amministrazione.

 

 

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