Vaccini ai 70enni lombardi da metà aprile. Il virus frena

Bertolaso: tra pochi giorni apriamo le prenotazioni. A Milano l’Rt scende a 1, dimezzati i quartieri sopra i 250 casi per centomila

Contagi, terapie intensive sotto stress nonostante i cali

Contagi, terapie intensive sotto stress nonostante i cali

Milano - Per i settantenni lombardi la vaccinazione dal coronavirus potrebbe partire a metà aprile. Il coordinatore della campagna Guido Bertolaso in tv a Mattino Cinque ha annunciato che "tra pochi giorni cominceremo le prenotazioni per chi ha un’età tra i 70 e i 79 anni, non appena avremo convocato tutti gli ultraottantenni". La Regione prevede di concludere l’11 aprile il primo giro di Pfizer o Moderna per gli over 80, che con 292.107 prime dosi iniettate dal 18 febbraio a lunedì sera era arrivato a metà dei 599.607 ultraottantenni fuori Rsa che hanno chiesto il vaccino. Altre regioni, come il Lazio, l’Emilia-Romagna, la Sicilia hanno avviato le vaccinazioni dei settantenni o dei 75-79enni in parallelo agli over dopo l’8 marzo, quando AstraZeneca è stato sdoganato sopra i 65 anni, ma la Lombardia, a quanto si apprende, intende attenersi alla lettera al calendario e aprire alla nuova fascia d’età solo dopo aver coperto con almeno una dose quella più anziana.

Anche perché i settantenni lombardi si prenoteranno sul portale di Poste italiane che sostituirà quello di Aria, azzerata ai vertici per il caos prenotazioni, e dice Bertolaso che "si può correre il rischio che ci sia una fase di transizione complicata, ma abbiamo deciso di fare questo con grande coraggio, perché non vogliamo avere ancora quei problemi e quei disagi. Dai primi di aprile, prima di Pasqua deve andare tutto alla perfezione". Intanto , dopo dieci giorni d’arancione rafforzato a scuole chiuse e una settimana di zona rossa, la corsa del virus inizia a rallentare, almeno tra Milano e Lodi, a leggere il monitoraggio di ieri dell’Ats Metropolitana: l’Rt per data tampone consolidato al 17 marzo segna 1.01 sulla media dei sette giorni (era 1.09 il 14 marzo, 1.13 il 12 marzo), 1.08 come media bi-settimanale, testimoniando una discesa lenta ma costante che nel solo comune di Milano, sempre in base ai tamponi fatti mercoledì scorso, era arrivata all’uno spaccato come Rt in media settimanale (1.08 sugli ultimi 14 giorni).

Anche la mappa che colora in viola scuro i quartieri di Milano dove l’incidenza settimanale supera i 250 nuovi positivi al virus ogni centomila abitanti fotografa un principio di ritirata: la settimana scorsa (dal 15 al 21 marzo) i codici d’avviamento postale sopra la soglia massima d’allarme erano cinque, meno di metà dei dodici della precedente e quanti se ne contavano la prima di marzo. Il centro, che era tutto viola tra l’8 e il 14 marzo, lo rimane per due terzi (tra i milanesi con Cap 20121, dal Sempione ai Giardini Montanelli, si sale a 287 nuovi casi per centomila; nel Cap 20122 da Porta Venezia al Ticinese si scende a 251), ma il Sud-Ovest (20123), primo pezzo di centro a sforare dal primo marzo, crolla a 191. E rientra (a 202) anche il 20126 Greco-Bicocca, per ultimo fra i tre quartieri che avevano sfondato già l’ultima settimana di febbraio. Mentre sale a 318 il 20152 (Forze Armate, Valsesia, Olmi) che aveva superato la soglia la scorsa settimana, e la passano per la prima volta il 20153 (Baggio-Quinto Romano) e il 20128 (Precotto-Adriano).

A testimonianza di un virus che gira, ma complessivamente cala, anche nell’hinterland: l’Ovest Milanese scende a 18 comuni su 49 sopra i 250 nuovi positivi per centomila abitanti, rispetto ai 20 della settimana precedente; l’Est (Melegnano-Martesana) da 35 a 24 comuni in viola su 53. Nel Nord Milano, che era tutto viola nella seconda settimana di marzo che somiglia ovunque a quella del picco, solo Cinisello resta sopra soglia per la quarta settimana (ma scendendo da 408 a 255 nuovi casi per centomila). Il Rhodense quasi dimezza il viola, da 13 comuni su 23 a sette; e, per la prima volta dopo sei settimane di fila, tra questi non c’è Bollate, che si ferma a 235.