Frena l’homeschooling in regione Ma l’effetto Covid si vede ancora

Sono 1.757 le richieste di istruzione parentale contro le 2.409 dello scorso anno; restano 105 a Milano. Il pedagogista: "Moda anti-istituzionale, neppure un premio Nobel può fare il prof del figlio e urge socialità"

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di Simona Ballatore

A Milano il dato da due anni è stabile e, in questo, si legge tutto l’effetto Covid: 105 le domande di istruzione parentale. Scuola addio, alle lezioni ci pensano mamma e papà o chi per loro. L’anno prima erano solo nove le richieste arrivate a Palazzo Marino, che ha il compito di vigilare insieme alle scuole l’assolvimento dell’obbligo - e diritto - scolastico. Dopo il boom dell’anno scorso frenano invece le domande di homeschooling a livello regionale: ne erano arrivate 2.409 - spinte anche dall’incubo delle quarantene - nell’anno scolastico 2020-2021 (l’anno prima erano “solo“ 775). Sono scese ora a 1.757. Ci si è accorti della mancanza della scuola? "Sicuramente dopo i lockdown è emersa la voglia di recuperarla anche nei suoi aspetti più sociali, come lo stare con gli amici – risponde il pedagogista dell’università di Milano-Bicocca Raffaele Mantegazza –. Certo è che la scuola adesso è chiamata alla prova decisiva: deve cambiare, ridare entusiasmo a questi ragazzi. Se non lo fa rischia grosso. Rischia l’implosione di fronte a queste alternative che saranno anche legali, ma sono forme di privatizzazione dell’insegnamento e de-socializzazione che non mi trovano d’accordo. Si perde tutta la parte dell’incontro con persone diverse per idee, ambiente e classe sociale, che viene bypassato". La pandemia ha influito sì in quei numeri, secondo il pedagogista. "La scuola è posta di fronte a una situazione così complessa e a variabili che cambiano di giorno in giorno che non aiutano – continua –, si avverte la fatica e la paura dei genitori che vorrebbero regole chiare una volta per tutte". E si legge fra i dati anche il rifiuto delle istituzioni e di obblighi annessi: lo si era visto anche dopo il decreto Lorenzin. Non c’è obbligo di vaccino anti-Covid per i ragazzi, ma non è mistero che sulle chat No Vax, No Max e No Green pass circolino pure proposte di scuola fai-da-te. "In questo rifiuto del sistema e in questa moda anti-istituzionale – aggiunge Mantegazza – c’è anche un grande narcisismo: l’idea “faccio da solo”, insegno io ai miei figli. Cosa che non potrebbe fare neppure il premio Nobel della Fisica. Non si può fare gli insegnanti dei propri figli, questo accentramento di ruoli non li aiuta a emanciparsi".

Non solo genitori-prof o scuole parentali gestite da più famiglie insieme "in una sorta di auto-ghettizzazione, di ghettizzazione al contrario", la definisce Mantegazza. In tempi di Dad, la scuola parentale si fa pure online, da dietro a uno schermo. "E purtroppo assume le forme di una legittimazione del fenomeno dell’ hikikomori – conclude il pedagogista della Bicocca –: diamo gli strumenti a questi ragazzi per ritirarsi ancora di più dalla vita sociale. Gli facciamo fare scuola online, catechismo online, gli scout online, reclusi nella loro cameretta. È rischioso. Anche per questo dico che la scuola, oggi più che mai, è fondamentale ed è chiamata alla prova decisiva".

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