Fratelli d’Italia in campo, Santanchè suona la carica: "Non abbiamo già vinto"

L’azionista di maggioranza del centrodestra dà il via alla campagna. Feltri e il filosofo Zecchi in lista con fedelissimi, transfughi e new entry. Gli uscenti ricandidati tranne La Russa. "Ma per lui un posto in Giunta"

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè

"Dicono che in Lombardia vinciamo, ma non abbiamo ancora vinto", chiarisce la ministra del Turismo Daniela Santanchè, in qualità di coordinatrice lombarda di Fratelli d’Italia. Il partito stravotato alle Politiche, che ha doppiato la Lega in Lombardia e i sondaggi danno oltre il 30%, ma persino quelli, secondo Santanchè, remano contro, cioè "sono fatti apposta per dire che siamo avanti. Non diamo la visione che siamo meno partecipi alla campagna elettorale, non si vince niente se non si lavora", insiste invitando sostenitori e candidati schierati all’auditorium Testori della Regione dove oggi convoleranno parlamentari, ministri, il presidente del Senato Ignazio La Russa e (in collegamento) la premier Giorgia Meloni, a "darsi molto da fare fino al voto. Vogliamo fare meglio anche delle politiche". Alle regionali manca meno di un mese quando l’azionista di maggioranza del centrodestra avvia la campagna elettorale, rivendicando "i risultati di 5 anni, in questa Regione abbiamo governato e dobbiamo esserne orgogliosi".

Il governatore leghista ricandidato dal centrodestra, Attilio Fontana, concorda ("Non diamo per scontato di aver vinto, la nostra preoccupazione è che qualcuno si dimentichi di andare a votare"), Santanchè gli offre l’aiuto di ministri, sottosegretari e parlamentari, sotto un "coordinamento" composto dall’onorevole Carlo Maccari, dal senatore Gianpietro Maffoni e guidato da Romano La Russa, assessore regionale uscente alla Sicurezza (subentrato a fine agosto a Riccardo De Corato, poi eletto alla Camera), che "ha accolto la mia insistente richiesta di non candidarsi" consigliere a queste regionali, sottolinea la coordinatrice, derogando alla scaramanzia per prenotargli un posto in Giunta ("Se tutto andrà come deve, sarà in predicato dal giorno dopo").

Poi presenta i candidati , a partire da Milano con capolista Vittorio Feltri (dimessosi l’anno scorso dal Consiglio comunale "per motivi di salute che non si pensava potessero risolversi così bene") e, tra i possessori di notorietà non politica, un’altra giornalista, Azzurra Barbuto ex firma di Libero, e il filosofo Stefano Zecchi. A parte La Russa, FdI ha ricandidato al Pirellone tutti gli uscenti: l’assessora al Turismo Lara Magoni (a Bergamo), la capogruppo Barbara Mazzali (a Brescia), il consigliere Franco Lucente (entrato con Fdi), quelli acquisiti negli anni, cioè gli ex forzisti Marco Alparone (sottosegretario), Federico Romani figlio dell’ex ministro Paolo (a Monza) e Paolo Franco, e la lodigiana Patrizia Baffi, eletta col Pd nel 2018, poi passata a Renzi e infine approdata ai Fratelli.

In lista anche i consiglieri comunali eletti con FdI Chiara Valcepina (fresca di richiesta d’archiviazione per l’inchiesta nata dai servizi di Fanpage) ed Enrico Marcora, e con loro tentano l’upgrade da Palazzo Marino Matteo Forte (che era stato eletto con Milano Popolare) e Marco Bestetti, ex coordinatore dei Giovani di Forza Italia fresco di passaggio a FdI. Fra i candidati transfughi da altri partiti si segnala anche l’ex deputata della Lega Laura Molteni; fra i parenti Silvia Maullu, nipote del deputato FdI Stefano Maullu (ex assessore regionale con Pdl e FI) ed Edoardo Bernardelli, figlio di Roberto ex leghista della prima ora, deputato negli anni ’90 poi fondatore di Grande Nord.

A metà tra le due categorie (ma ascrivibile anche ai “famosi“) Alberto Veronesi, il figlio direttore d’orchestra del compianto Prof, già candidato a Milano nella civica del Sala 1, alle regionali toscane col Pd, a sindaco di Lucca col Terzo polo (strappò con Calenda perché sostenne il candidato di centrodestra al ballottaggio). E ora al Pirellone con FdI.

 

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