Francesco ucciso dal gas killer Esami e caldaia sotto sequestro

Mazzacane, 24 anni, è stato riconosciuto dai familiari giunti dalla Campania. Pietro Caputo, 2 ancora in gravissime condizioni in ospedale. L’ipotesi del guasto fatale resta la più probabile

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di Massimiliano Saggese

La vittima della tragedia del residence di Novegro, frazione di Segrate, è Francesco Mazzacane, 24enne di Torre del Greco e non Pietro Caputo, il 21enne originario di Pompei e residente a Torre Annunziata le cui condizioni restano molto gravi.

Uno scambio di nomi avvenuto durante le fasi concitate dell’identificazione mercoledì mattina quando i soccorsi sono giunti sul posto. La vittima infatti è stata trovata sul letto, ormai esanime, con vicino i documenti di riconoscimento del 21enne e da quel momento è stata identificata con nome errato. Una anomalia che è emersa solo con il prosieguo delle indagini ad opera dei carabinieri. Che si trattasse di uno scambio di identità è emerso chiaramente ieri mattina, con l’arrivo dei genitori dei ragazzi, è emerso il drammatico equivoco.

Un dramma nel dramma per le due famiglie in quanto l’errore sarebbe emerso durante l’identificazione della vittima nella camera mortuaria. Sul fronte delle indagini proseguono gli accertamenti di carabinieri e vigili del fuoco anche se appare sempre più concreta l’ipotesi del guasto alla caldaia. Il monossido di carbonio fuoriuscito dalla caldaia, che si trova nello scantinato sotto la camera che i due giovani avevano preso in affitto, ha lentamente invaso l’appartamento uccidendo il 24enne e "paralizzando" il 21enne ancora in gravi condizioni in ospedale. I vigili del fuoco hanno effettuato i controlli di tutta la struttura anche con l’ausilio di un carro gru andando sul tetto a verificare lo stato delle canne fumarie. La struttura alberghiera di via Carducci 7 non è stata posta sotto sequestro ma è rimasta chiusa e lo resterà anche nei prossimi giorni.

Sotto sequestro sono stati posti invece il locale caldaia, la caldaia stessa e la stanza della tragedia.

"Non possiamo parlare con nessuno - è la risposta di una voce dalla reception del residence - e non possiamo fare entrare nessuno. Per ora siamo chiusi".

E’ verosimile che con la caldaia sotto sequestro non potendo riscaldare ovviamente le stanze, la chiusura del residence sia una conseguenza inevitabile.

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