Caso Maugeri, la villa in Sardegna di Formigoni "cade a pezzi": lavori per 340mila euro

La casa è sotto sequestro. Dall'amico Alberto Perego nuova istanza d'acquisto per 1,3 milioni, no dalla Procura generale

Roberto Formigoni in tribunale (Lapresse)

Roberto Formigoni in tribunale (Lapresse)

Milano, 26 giugno 2018 - La villa in Costa Smeralda, ad Arzachena (Sassari), dove Roberto Formigoni trascorreva parte delle sue vacanze con l'amico di sempre Alberto Perego e metà della quale è posta sotto sequestro in vista della confisca nell'ambito del processo sul caso San Raffaele/Maugeri"sta cadendo a pezzi".  Risulta così deteriorata da aver bisogno di lavori di manutenzione e risistemazione per circa 340 mila euro.

Della lussuosa casa in Sardegna, 13 vani, una piscina e un parco, che si affaccia sul Golfo del Pevero, e che per l'accusa rientra tra le 'utilità' ricevute dall'ex Governatore in cambio di delibere di Giunta per favorire l'ente con sede a Pavia, se ne è parlato stamattina in aula prima del rinvio della sentenza d'Appello, prevista per oggi e slittata tra circa 2 mesi e mezzo, per l'ex presidente lombardo, l'ex direttore amministrativo della Maugeri Costantino Passerino ed altre due persone. La sentenza è stata rinviata a causa dell'adesione di una delle difese allo sciopero degli avvocati. I giudici, avendo a luglio un calendario fitto di udienze, hanno dato appuntamento alle parti il prossimo 19 settembre.

Tramite il suo legale, Perego, assolto in primo grado e nominato custode della casa a lui intestata, dopo il rigetto da parte del Tribunale, ha chiesto di nuovo alla Corte il dissequestro della parte dell'immobile ancora con i 'sigili' in quanto ritenuto uno dei beni di Formigoni, riproponendo l'acquisto per 1,3 milioni di euro o, in alternativa, alla cifra che i giudici stabiliranno. Proposta che ha incassato il parere negativo della Procura generale (se dovesse essere venduta è necessaria la procedura di «evidenza pubblica») e sulla quale si deciderà nella prossima udienza.

Come è stato riferito in aula, la villa, che la scorsa estate è stata occupata per una notte da una famiglia rom, oramai sta cadendo a pezzi: dopo essere stata svuotata degli arredi, da 5 anni è disabitata, il mutuo non viene pagato da 4 anni mentre la banca ha acceso una ipoteca. Nessuno paga più le spesse correnti, è stato detto sempre in aula, e le piante del giardino stanno morendo. Anche lo stesso legale di Perego ha spiegato che "ci sono problemi seri e sono necessari parecchi lavori" per rimetterla in sesto. Lavori che il legale, nella istanza depositata per l'acquisto, ha stimato appunto in 340mila euro. Secondo le indagini della Procura, 'Ville Le Grazie' sarebbe stata venduta dalla società Limes riconducibile al faccendiere Pierangelo Daccò a Perego, ad un prezzo di gran lunga inferiore a quello di mercato: valutata attorno ai 5 milioni sarebbe stata ceduta attorno ai 3 milioni, uno dei quali, per gli inquirenti, versato dallo stesso Formigoni all'amico commercialista. Secondo l'accusa il 'maxi sconto' praticato da Daccò rientrerebbe nelle utilità ricevute da Formigoni.

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