"Formazione, procedure standard e più dirigenti"

Dalla cricca delle multe all’inchiesta sull’Antidroga, tutte le ombre sul Corpo dei ghisa. I sindacati: ora il Comune ci deve ascoltare

Migration

Un fotogramma della trasmissione delle Iene dedicata agli agenti del Nucleo contrasto stupefacenti

di Nicola Palma

In tanti sono abbattuti, sconcertati, demoralizzati. Sono i ghisa che lavorano onestamente, la stragrande maggioranza dei 2.800 che fanno capo a piazza Beccaria. Sono i ghisa che ogni giorno pattugliano le strade, rilevano incidenti, sono a contatto con i cittadini, conducono indagini delicate. Le ultime inchieste su alcuni dei loro colleghi li hanno inevitabilmente colpiti: dalla presunta cricca delle multe che ruotava attorno a Mauro Cobelli agli agenti dell’Antidroga ai domiciliari con l’accusa di aver derubato i pusher che andavano a perquisire.

Senza dimenticare altri episodi che hanno segnato il 2020 e questo inizio di 2021: dai veleni sull’avvicendamento Barbato-Ciacci ai due che hanno investito un’anziana e hanno pensato bene di scappare senza prestare soccorso, fino alla scarsa attenzione per luoghi di lavoro che ospitano reparti di eccellenza come il Radiomobile. Fatti molto diversi tra loro, ma che alcuni riconducono a un Corpo che sembra aver perso punti di riferimento, che sembra accusare l’assenza di figure intermedie di raccordo tra la parte alta della scala gerarchica e la base. La fotografia dell’esistente la scattano due sindacalisti, Daniele Vincini e Orfeo Mastantuono. "Al di là delle responsabilità penali che andranno accertate dalla magistratura – premette Vincini, segretario del Sulpl – la questione va affrontata eccome: sappiamo che il Corpo non si può fermare per ripartire da zero, ma deve quantomeno rallentare per capire come tornare a correre; tenendo presente la sua missione principale: essere la polizia stradale della città. In questi anni, l’amministrazione si è concentrata solo sul badge, con esiti fallimentari". Cosa manca? "Innanzitutto la formazione dei vigili, al momento assente: è fondamentale sia per continuare a crescere che per sentirsi parte di una comunità". I casi delle sanzioni annullate e dei ghisa del Nucleo contrasto stupefacenti hanno fatto emergere pure una questione di controlli interni: "Ci vogliono procedure codificate: tutti le devono seguire, con graduati che verificano che tutto sia fatto a regola d’arte. Per fare questo, però, bisogna incrementare il numero di dirigenti al vertice e puntare nuovamente sulla figura dei sottufficiali, fondamentali per gli agenti – aggiunge Vincini –. Fatto questo, si può pensare anche a un reparto ad hoc che accerti quanto viene fatto, per un “prodotto“, passatemi il termine, che sia sempre migliore". Ultima nota sulla scuola del Corpo: "Va valorizzata al massimo, perché è lì che si preparano gli agenti del futuro: serve un dirigente di ottimo livello anche lì".

Sulla stessa lunghezza d’onda Mastantuono, delegato del Csa, che punta l’attenzione anche sul percorso ideale per ogni agente: "La strada deve essere comune per tutti: prima si va nei Comandi per farsi le ossa, si accumula l’esperienza che serve e poi, in maniera trasparente e con procedure standard, si può chiedere di essere assegnati ai nuclei o ad altri incarichi". Il riferimento è ovviamente a quanto emerso nell’indagine su Cobelli su chi cercava corsie preferenziali per spostarsi: "Servono regole chiare". Le recenti inchieste hanno fanno suonare un campanello d’allarme: "Anche il Comune deve interrogarsi su cosa non ha funzionato e cercare soluzioni: le nostre segnalazioni sono agli atti, ma finora nessuno ci ha dato ascolto. Speriamo sia la volta buona".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro