Fontana e il conto svizzero Indagine sulle operazioni

L’inchiesta punta ad accertare se ci siano stati movimenti bancari dal ’97. Intanto il “caso camici“ va verso la chiusura e la richiesta di rinvio a giudizio

Migration

Con la rogatoria in Svizzera sul tesoretto del governatore Attilio Fontana la Procura punta a verificare l’eventuale operatività del presidente della Lombardia sul primo conto aperto dalla madre nel 1997, a Lugano, sul quale sono stati versati quasi 3 milioni di euro. Conto che il governatore, a suo dire, non ha mai gestito pur sapendo che essiteva perché già dagli anni ‘70 i genitori "come avveniva in tante famiglie benestanti, gli avevano detto che avevano messo i loro risparmi all’estero e solo alla morte della mamma ha saputo della cifra che gli era stata lasciata in eredità". Un chiarimento su quel deposito bancario e sulle movimentazioni potrà arrivare dagli estratti conto richiesti con l’istanza di assistenza giudiziaria inoltrata alla magistratura federale a Berna dai pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini e dall’aggiunto Maurizio Romanelli nell’ambito del nuovo filone di indagine in cui Fontana è indagato per falso in voluntary disclosure e auto-riciclaggio. I pm contano di avere una riposta nel giro di qualche mese anche se non è detto che le autorità svizzere decidano di inviare tutti gli atti richiesti. Nel frattempo è stata disposta non solo una consulenza sulla firma della madre, ritenuta a una prima analisi falsa, per l’apertura del conto del 2005, sul quale il presidente lombardo non era autorizzato a fare operazioni, ma anche un accertamento sulle firme in calce ai moduli proprio del conto del ‘97.

Risulta che la madre di Fontana firmò il documento originale e poi il modulo fu scannerizzato e siglato da Fontana in un altro luogo per avere il via libera a fare operazioni. Infine sul “caso camici“, indagine da cui è nata quella con al centro i conti alla Ubs di Lugano della famiglia Fontana, i pm sono vicini alla chiusura dell’inchiesta in vista della richiesta di rinvio a giudizio.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro