Fondi Lega, nove indagati per peculato

Teste a pm: "Di Rubba uomo di fiducia di Salvini". Contabile Lega: "Mai stati 49 milioni su conti"

Quella della Film commission è una delle inchieste che riguarda la Regione

Quella della Film commission è una delle inchieste che riguarda la Regione

Milano, 14 settembre 2020 - Sale a nove il numero degli indagati nell'inchiesta milanese Lombardia Film Commission. Oltre a Luca Sostegni, presunto prestanome nell'operazione di compravendita a prezzi gonfiati del capannone di Cormano, ai tre commercialisti vicini alla Lega Alberto Di Rubba, ex presidente di LFC e attuale direttore amministrativo del Carroccio al Senato, Michele Scillieri, titolare dello studio milanese dove nel 2017 venne registrato il movimento "Lega per Salvini premier" e Andrea Manzoni, revisore dei conti del Carroccio alla Camera, e Fabio Barbarossa ai domiciliari, risultano sotto indagini l'imprenditore Francesco Branchetti e tre amministratori di società riconducibili ai tre commercialisti. Le accuse contestate a vario titolo sono turbativa d'asta e peculato.

Teste: "Di Rubba uomo di fiducia di Salvini"

Intanto emergono nuovi particolari sui commercialisti arrestati giovedì scorso. L'ex assessore lombardo alla Cultura Cristina Cappellini, sentita a fine luglio scorso dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, aveva definito Alberto Di Rubba (uno dei tre commercialisti di fiducia del Carroccio arrestati giovedì scorso), come "uomo di stretta fiducia di Salvini, faceva parte del suo entourage - ha messo a verbale l'ex assessore davanti ai pm di Milano - e gli incarichi che poi ha ricevuto all'interno del partito costituivano dimostrazione di queste voci. Il nome di Di Rubba circolava come quello che doveva mettere a posto i conti della Lega, e non solo di Film Commission. Se ne parlava come uomo della svolta, per competenza e serietà". "L'indicazione della candidatura di Di Rubba - ha aggiunto Cappellini - come persona giusta al posto giusto (alla presidenza di Lombardia Film Commission, ndr) è derivata da Centemero", tesoriere e deputato della Lega. Il verbale è stato depositato assieme a migliaia di atti da cui risultano, tra l'altro, una serie di movimentazioni sospette sui conti di società riconducibili a Di Rubba, direttore amministrativo della Lega al Senato, e a Andrea Manzoni, revisore contabile per il Carroccio alla Camera. I due saranno interrogati domani dal gip Giulio Fanales, così come gli altri due arrestati. 

Nuove perquisizioni della Finanza 

Proseguono le attività dei finanzieri nell'azienda dell'imprenditore Francesco Barachetti, indagato per peculato. Società che, stando agli atti, avrebbe ricevuto negli anni circa 2 milioni di euro dalla Lega. Le perquisizioni nell'azienda al centro di un nuovo filone di indagini, anche su presunti ' fondi neri' riferibili al partito, sono scattate giovedì scorso. Vanno avanti le attività delle fiamme gialle anche nello studio di Scillieri, il quale, secondo il prestanome Luca Sostegni che sta collaborando coi pm, era la "mente" di diverse operazioni.

Contabile a pm: mai stati 49 milioni su conti 

"Personalmente reputo che non vi siano mai stati 49 milioni quali disponibilità liquide sui conti della Lega nel periodo di mia competenza, in quanto occorre distinguere fra i conti di disponibilità dell'associazione federale e i conti in disponibilità delle articolazioni locali che (...) anche prima del 2015 di fatto avevano conti correnti sui quali aveva firma solo il delegato locale". Lo ha messo a verbale con dichiarazioni ai pm di Milano il revisore contabile alla Camera per la Lega, Andrea Manzoni, ai domiciliari da giovedì scorso. Manzoni ha spiegato che, dopo che a fine 2013 fu nominato segretario Matteo Salvini e Giulio Centemero tesoriere nel settembre 2014, quest'ultimo "mi chiamò quale contabile e quindi mi occupai personalmente della contabilità".  "Reputo quindi un errore - ha aggiunto Manzoni con dichiarazioni spontanee ai pm lo scorso 3 settembre - cumulare la disponibilità sui conti correnti dei quali poteva disporre il tesoriere con quella delle giacenze sui conti correnti delle articolazioni locali sui quali il tesoriere non aveva potere di firma". 

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