Fase 3, folla sui convogli: "Il treno come un carro bestiame"

Il racconto della lettrice Giusi Mastropietro: eravamo accalcati come sardine, alla fine ci hanno fatti scendere

folla sui treni

folla sui treni

Milano, 14 luglio 2020 - «Ero partita pensando di trascorrere un weekend di relax al mare, ma mi sono ritrovata su un treno regionale che pareva un carro bestiame, con molti passeggeri in piedi e ammassati. Alla faccia del distanziamento anti Covid. A Trenitalia dico: ci vuole più organizzazione, penso siano stati venduti troppi biglietti rispetto alla capienza". Giusi Mastropietro, operaia ventottenne di Varese, mostra al Giorno la situazione che ha trovato su due treni domenica sera, quando dalla Liguria ha fatto rientro a Milano insieme al marito: "Nel primo mezzo, RE24552, partito alle 19.30 da Sestri Levante e diretto a Genova, viaggiavamo accalcati e senza aria condizionata". Ma il peggio, racconta, è arrivato dopo. "Avevamo la coincidenza da Genova, per Milano Centrale, alle 21.48. Il treno RE33454 è arrivato già strapieno: noi siamo saliti insieme a una folla di persone, e ovviamente gli spazi non erano sufficienti. Per miracolo, io e mio marito siamo riusciti a sederci. Ma la situazione era incredibile, surreale, con persone stipate come sardine".

E alla fine? "Il treno non poteva partire in quelle condizioni, così è stato fatto arrivare un altro mezzo. C’era personale delle ferrovie ed è intervenuta la polizia per controllare la situazione. All’arrivo del secondo convoglio, una parte dei passeggeri si è spostata dopo essere stata esortata a scendere, riempiendo subito anche gli altri vagoni". Insomma, un’odissea per rientrare a casa. "Siamo arrivati con 45 minuti di ritardo a mezzanotte e 40, anziché alle 23.55". Poi, da Milano, la coppia è rientrata a Varese con l’auto che aveva parcheggiato in zona stazione.

Una scena simile era capitata già venerdì mattina, al viaggio di andata per la Liguria sul treno 2175 di Trenitalia: "Il viaggio è durato 4 ore e mezza, dopo una lunga sosta a Pavia, con un ritardo accumulato di 90 minuti. Tutto bene fino a Rogoredo, dove sono salite diverse persone, finché a Pavia ci hanno fermato per sovraffollamento", aveva raccontato un passeggero. "Nessuno voleva scendere, considerato che tutti avevano il biglietto". Mastropietro pone l’accento proprio su questo: "Dovrebbe esserci la possibilità di prenotare solo il numero di posti che garantisca il rispetto delle regole sulla capienza. Adesso, con i disagi che ci sono in autostrada, molte persone preferiscono il treno all’auto per andare in Liguria...", aggiunge la donna, ricordando le code chilometriche che si formano ogni giorno per via dei controlli da parte della società Autostrade sulle gallerie e che hanno già suscitato molte polemiche.

«E questo è il risultato finale. Altro pasticcio: le regole cambiano a seconda delle Regioni. All’andata, se in Lombardia dovevamo stare seduti in due, su quattro poltroncine, in Piemonte c’è stato il “liberi tutti“. Ma che senso hanno queste norme?".  

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