Milano, via foulard e cappellini dopo i colpi: ecco le borseggiatrici "trasformiste"

Bosniache incinte si cambiano gli accessori dopo i borseggi

Borseggiatrici in centro a Milano

Borseggiatrici in centro a Milano

Milano, 10 giugno 2018 - Non solo camuffate. Anche trasformiste, con foulard e cappellini di riserva da cambiare tra un colpo e l’altro per abbattere le probabilità di essere riconosciute. Sono le borseggiatrici fuoriclasse in azione in centro. Ieri su queste pagine abbiamo mostrato uno dei furti con destrezza messo a segno da un trio di ladre travestite da turiste per mimetizzarsi tra i gruppi di stranieri a spasso tra i monumenti: cappellini di paglia in testa, camicie o vestitini, jeans, borse a tracolla e scarpe da ginnastica. Soprattutto: mappa della città in mano, che consente di mimetizzarsi ancora meglio e pure di coprire la mano che nel frattempo apre lo zaino della vittima di turno, fruga e sfila portafoglio o smartphone in meno di un secondo. E se la preda si accorge di qualcosa, girandosi di scatto? Basta sollevare il braccio e fingere di salutare qualcuno. Uno stratagemma che azzera la preoccupazione del malcapitato.

La sequenza mostrata ieri dal Giorno immortala le ladre in via Manzoni. Le abbiamo seguite, avanti e indietro, per le strade del centro. Ma il trio non è l’unico in azione. Venerdì la polizia locale ha bloccato due ragazze bosniache di 25 e 27 anni, in avanzato stato di gravidanza, che avevano appena rubato un portafoglio a una turista orientale in Galleria. Vestite bene, insospettabili, pure loro si camuffavano da turiste mescolandosi ai gruppi del centro. Puntavano le persone leggermente staccate dal gruppo, con borse o zaini bene in vista, e si avvicinavano per derubarle. Non solo erano vestite da turiste: dentro gli zaini avevano diversi foulard e cappellini, da cambiare dopo ogni colpo per diminuire le probabilità di essere individuate.

I ghisa del Nucleo reati predatori della polizia locale, coordinati dal comandante Marco Ciacci e diretti da Varno Maccari e Marta Tampieri, le hanno bloccate con in mano il portafoglio appena sfilato alla turista (le è stato subito restituito) e le hanno perquisite, trovando in totale tre foulard e tre berretti che le due ragazze avevano nascosto dentro due zaini. Sono state denunciate a piede libero per tentato furto; niente arresto visti i “pancioni” (una delle due è al nono mese di gravidanza). Il trucco del cambio di accessori è un altro escamotage per ridurre le probabilità di essere individuate. Sempre, alle vittime, in fase di denuncia viene chiesto di raccontare la scena, di descrivere eventuali persone notate nei paraggi, come erano vestite, qualsiasi dettaglio utile al riconoscimento dei responsabili. E abbigliamento e accessori sono particolari che saltano all’occhio, soprattutto se si tratta di foulard rosso fuoco o con fantasie particolari. Ma “le trasformiste” sono scaltre, e cambiano pelle – in questo caso accessori – in una manciata di secondi. E se nel frattempo si sono dileguate, è dura individuarle e bloccarle. Questa volta però non sono sfuggite agli sguardi dei ghisa, prima ancora della trasformazione. 

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