Fino Stoccolma in bici: "Così mi sento libero"

Il 18enne Giacomo Santi ha percorso in solitaria quasi 3mila chilometri in 18 giorni. E in viaggio ha sostenuto il test per l’Università

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Da Milano a Stoccolma in bicicletta. E’ stato il suo viaggio post maturità, in solitaria, con l’essenziale dentro alcune borse attaccate al telaio in stile "bikepacking", termine che indica il modo di trasportare i bagagli.

Giacomo Santi, milanese, è riuscito a pedalare per quasi 3mila chilometri impiegando 18 giorni da fine agosto a metà settembre sul suo mezzo speciale con telaio danese in acciaio. "E nel frattempo - racconta il ragazzo, che compirà 19 anni l’8 novembre - ho svolto a distanza il test obbligatorio per potermi iscrivere all’Università: ora frequento la facoltà di Storia alla Statale". In più lavora come corriere in bicicletta "perché voglio mettere da parte qualche risparmio per poter organizzare altri viaggi e tenere viva la mia passione".

Da sempre appassionato di bicicletta, ha iniziato a viaggiare da solo l’estate del 2019 ("i miei genitori hanno capito che provare a fermarmi è inutile...") percorrendo sulle dueruote il tratto da Milano a Barcellona. Per quest’anno aveva inizialmente organizzato un viaggio in Grecia, "sarei partito con alcuni amici, tutti in bici. Sognavo di potermi rilassare così dopo la maturità, coronamento di 5 anni di studio al liceo scientifico Vittorio Veneto, dopo un anno complicato, tra didattica a distanza e pochi momenti di aggregazione per via del Covid".

Ma l’emergenza sanitaria ha scombinato pure i suoi piani estivi: "Ad agosto ho saputo che non era possibile passare dai Balcani. Allora ho cercato il punto più lontano in area Schengen: Capo Nord, nella parte più settentrionale della Norvegia. In totale, 4.500 chilometri. Ho riorganizzato tutto in una settimana... Sono partito ma, una volta raggiunta Copenaghen, ho avuto un’altra doccia fredda perché le frontiere della Norvegia nel frattempo erano state chiuse. Così il mio obiettivo è diventato Stoccolma".

Da Milano è approdato al passo dello Spluga. Poi a Vaduz, Ulma, Wurzburg, Braunschweig, Lubecca, Copenaghen, Jonkoping, Orebro e infine a Stoccolma. "Avevo con me tutto ciò che mi occorreva, nelle borse della bici: fornelletto, tenda e cibo essenzialmente. Non avevo bisogno di appoggiarmi a nessuno, ho visto paesaggi mozzafiato e dormito in mezzo alla natura. Penso che viaggiare in bici sia l’esperienza che più avvicina l’uomo alla libertà". Ma per poter svolgere il test di ammissione all’Università ha dovuto cercare un luogo con pc e collegamento internet.

"Per fortuna tra i corrieri in bici c’è solidarietà in tutta Europa e non solo: un mio collega mi ha accolto in casa sua a Copenaghen per il tempo necessario. L’esame era obbligatorio per formalizzare l’iscrizione all’Università. E’ andato tutto bene, ora sono una matricola". E lavora da un anno e mezzo per una piccola azienda "facendo appunto il corriere in bicicletta. E’ faticoso ma anche piacevole". Ora sta già pensando al prossimo obiettivo da raggiungere, ancora da scegliere. "Ma la sfida - assicura - sarà ancora più difficile: ogni volta voglio superare i miei limiti". Per seguire i suoi viaggi basta guardare il profilo Instagram Trauzl.

Marianna Vazzana

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