Fino al prossimo funerale

Fabrizio

Lucidi

erve un piano nazionale per fermare la strage sul lavoro". "Esprimiamo cordoglio". "Mai più morti ". A ogni tragedia in cantiere, si scatena la fiera dell’ipocrisia. Stavolta, con la sordina solo perché pochi hanno notato quel povero operaio edile di 57 anni morto ieri costruendo case da 12mila euro al metro quadrato. Troppo impegnati, lorsignori, nelle trattative vere o presunte e nelle alchimie parlamentari per eleggere il nuovo capo dello Stato. E allora, come cantava De Andrè in Don Raffaè, "prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che fa? Si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità". Amara ironia. Adeguata a questa classe di “onorevoli“ solo di nome, chiusa nella torre d’avorio, che pensa di far politica a colpi di comunicati stampa preconfezionati, lontani dai problemi concreti, gente che un cantiere non l’ha mai visto, neppure con il cannocchiale.

Basti ricordare l’immagine vergognosa dell’aula del Parlamento dove si contavano sulle dita di una mano i presenti, durante la relazione del ministro del Lavoro Andrea Orlando sulla tragedia della gru crollata, costata la vita a tre operai. Sembra un secolo fa. Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54, e Filippo Falotico, 20, sono invece morti da appena un mese. E i politici, di ogni colore, gli stessi che si battevano il petto a cadaveri caldi, hanno già dimenticato i loro nomi. Le lotte proclamate in loro nome sembrano già promesse avvolte nella nebbia del tempo. "Esprimiamo cordoglio". "Mai più morti ". Le solite parole vuote. Già pronte per la prossima tragedia.

mail: fabrizio.lucidi@ilgiorno.net

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