Caso Lombardia film commission: prezzo gonfiato? Ristrutturare costa

Vendita del capannone finito nell’inchiesta sui fondi neri della Lega: la verità del commercialista

Eugenio Fusco

Eugenio Fusco

Milano, 4 settembre 2020 - Le ristrutturazioni costano care. Ecco perché secondo Andrea Manzoni, commercialista di fiducia della Lega, il prezzo di un capannone di Cormano passato di mano poco tempo prima a meno di 400mila euro, alla fondazione Lombardia film commission (Lfc) venne invece a costare addirittura il doppio. Era stato ristrutturato e dunque valeva quegli 800mila euro, tutti soldi pubblici stanziati dalla Regione guidata dal leghista Roberto Maroni a favore della Lfc presieduta dal leghista Alberto Di Rubba, pure lui commercialista del Carroccio e socio di Manzoni, entrambi ora indagati. Il sospetto della Procura è che il prezzo “gonfiato“ abbia nascosto fondi neri del partito.

Ieri Manzoni, accompagnato dal suo avvocato Piermaria Corso, ha scelto di presentarsi agli inquirenti per rendere spontanee dichiarazioni durate cinque ore. Chiamato nel partito dall’attuale tesoriere della Lega Giulio Centemero, ha chiarito di essere ancora revisore contabile e ha delineato i suoi rapporti con Di Rubba, socio di studio e d’affari, agggiungendo di essere stato praticante di Michele Scillieri, il terzo commercialista indagato nel cui studio venne registrata la “Lega per Salvini premier“. Ieri Manzoni ha parlato anche di Luca Sostegni, prestanome dei tre professionisti fermato a luglio perché stava scappando in Brasile dopo aver tentato di estorcere al terzetto del denaro.

Nel complesso non ha convinto gli inquirenti, anche perché con passaggi di denaro su varie società e fino in Svizzera, i tre professionisti si sarebbero spartiti gli 800mila euro pagati con i fondi pubblici da Flc per l’acquisto dell’immobile di Cormano, venduto poco prima dalla Paloschi, società in liquidazione (il liquidatore era Sostegni) e che non ha mai incassato i 400mila euro stabiliti.Tra i reati contestati a vario titolo agli indagati dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, figurano il peculato, la turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e l’estorsione di cui è accusato Sostegni.  

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