Fiera dei bebè "No all’evento a Milano"

Attacchi da Pro Vita . Fratelli d’Italia e Lega. "Promosso utero in affitto. pratica fuorilegge"

Piovono attacchi sulla “fiera della fertilità“, dal titolo “Un sogno chiamato bebè“, che approderà a Milano, per la prima volta in Italia, sabato 21 e domenica 22 maggio in un luogo ancora sconosciuto. L’edizione parigina finì nel mirino per la pratica dell’utero in affitto ma gli organizzatori nostrani, senza mai citarla, assicurano che "non verranno effettuate consultazioni mediche. Sarà un luogo di scambio e condivisione". La onlus Pro Vita & Famiglia è sul piede di guerra: "Chiediamo a Beppe Sala – sottolinea il portavoce Jacopo Coghe – di opporsi allo svolgimento dell’evento che ha già promosso in Europa l’utero in affitto, una pratica disumana, aberrante e di cui in Italia è illegale qualsiasi forma di pubblicizzazione. Chiediamo al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di attivare la Prefettura per i dovuti accertamenti e al Ministro della Famiglia Elena Bonetti di esprimere netta contrarietà a nome del Governo. Pro Vita & Famiglia presenterà un esposto alla Procura di Milano per chiedere la verifica del potenziale risvolto criminale dell’evento, dal momento che la Legge 402004 proibisce non solo la pratica ma anche la pubblicizzazione dell’utero in affitto, con sanzioni che arrivano fino al milione di euro". Affondo anche il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: "Fratelli d’Italia aveva già chiesto al sindaco di Milano, Beppe Sala, di bloccare lo svolgimento della fiera ma le nostre richieste sono, purtroppo, cadute nel vuoto. In Italia la maternità surrogata è vietata e punita ed è scandaloso che si possano organizzare eventi del genere. La maternità surrogata deve diventare reato universale. Fdi continuerà a raccogliere le firme a sostegno della nostra proposta che ora è all’esame della commissione Giustizia della Camera". Nota di fuoco anche da Stefano Bolognini, commissario provinciale di Milano della Lega Salvini premier, e Deborah Giovanati, consigliera comunale della Lega: "Come noto, l’intento dei promotori è anche, sottotraccia e senza eslpicitarlo troppo, rilanciare il business della compravendita dei bambini. Una pratica moralmente ignobile che danneggia soprattutto le donne".

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