Cornaredo (Milano) - Il tono di voce che si alza ogni giorno di più, "per incutere paura". Poi gli schiaffi, i lanci di oggetti, i pestaggi via via più devastanti. Lei che incassa, fino a rischiare di restare paralizzata per due vertebre fratturate, e minimizza sempre quando medici e investigatori le chiedono conto di lividi, contusioni e traumi. Un silenzio – generato soprattutto dal timore che il compagno gravemente malato potesse subìre conseguenze legali – che non ha impedito ai carabinieri di ricostruire a ritroso una drammatica storia di soprusi e angherie.
Sulla base di quelle informative e degli atti trasmessi dal pm Alessia Menegazzo, il gip Chiara Valori ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del presunto compagno violento, che è stato arrestato dai militari della stazione di Cornaredo per maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi. Quando Michela (nome di fantasia) incontra il cinquantenne, la sua situazione personale è già complicata: dal 2020 è seguita dai Servizi sociali per problemi abitativi, ma i diversi interventi di supporto non hanno sortito grandi effetti; la donna si appoggia a casa di un’amica, che però la può ospitare solo per alcuni mesi. A febbraio 2022, inizia a frequentare l’uomo, che si mostra subito aggressivo.
A maggio, in preda a un attacco di gelosia, le distrugge il telefono e inserisce la sim nel suo cellulare, così da monitorare costantemente i suoi contatti. L’8 giugno, l’escalation raggiunge un primo preoccupante picco: Michela viene prima colpita con posacenere, caffettiera e utensili da cucina, per poi finire sotto una scarica di calci e pugni che le provocheranno contusioni multiple a testa e torace e una prognosi di 10 giorni. Lei sostiene di essere caduta dalle scale, ma i carabinieri, d’intesa con la Procura, attivano comunque la procedura per il "codice rosso".
La donna viene collocata provvisoriamente in un ospedale dell’hinterland, ma dopo cinque giorni torna a vivere a casa del compagno, che l’ha tempestato di chiamate dicendole che gli manca e che non vede l’ora di rivederla. L’inferno ricomincia subito: il 10 settembre, reduci da una serata trascorsa in compagnia di alcuni amici, Michela (che in un anno è arrivata a perdere circa 30 chili) viene nuovamente travolta dalla furia del convivente, che infierisce con ginocchiate su gambe e schiena. "Qui sta diventando un incubo", si confida con un’amica.
Il 16 sporge denuncia ai militari, che nel frattempo hanno già raccolto diverse testimonianze di parenti e conoscenti e che quello stesso giorno perquisiscono l’abitazione per sequestrare tre armi finte. Sabato scorso, il cinquantenne è finito in cella, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e per scongiurare che l’escalation potesse ancora mettere "in serio pericolo l’incolumità" della sua vittima.
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