Festival annullato: così non ha senso

"Il Vintage Roots dev’essere un momento di divertimento in libertà, senza esclusioni. Oggi non lo sarebbe"

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di Monica Autunno

"Il Vintage Roots sin dall’esordio un festival inclusivo, internazionale, per tutti. In un contesto che divide, farlo non ha alcun senso". Ed è croce, già annunciata e definitiva, sull’edizione 2022 del Vintage Roots Festival di Inzago, l’amatissima kermesse anni 50 che, in dieci edizioni di successo, ha portato a Inzago milioni di visitatori da tutt’Italia e dall’estero. La notizia dell’annullamento è stata data dall’associazione culturale Vintage Roots l’altro giorno: "La volontà dei soci è quella di poter organizzare l’evento in piena libertà: degli organizzatori, degli artisti e di chi vorrà partecipare, senza dover imporre limitazioni. Purtroppo, non abbiamo l’assicurazione che questo possa avvenire. Siamo ovviamente delusi. Ma preferiamo attendere il momento in cui chi vorrà vivere l’evento potrà farlo senza obblighi o restrizioni". Incetta di commenti sui social. In cui il popolo vintage si divide. "Condivido, anche se mi spiace"; "Sono d’accordo. Non si può fare un Festival "liberi a metà". Ma anche: "Assurdo. Questa volta non ha senso davvero", "Decisione affrettata", "Siete stati un po’ troppo precipitosi". Il giorno dopo, i primi chiarimenti dalla sua pagina del "patron" e storico organizzatore Davide "Dado" Bianchi. "Credo che la spiegazione data dall’associazione che mi onoro di presiedere, sia chiara. Può non essere condivisa da tutti". Ancora. "C’è voglia di tornare alla normalità nelle persone, e questo è sicuramente un bene. Ma ciò che mi ha lasciato perplesso è la differente percezione riguardo a quanto il mondo intorno a noi sia cambiato. Alcuni dei commenti sulla nostra pagina mi hanno lasciato senza parole. Vi leggo un distacco completo dalla reale situazione che circonda noi, le nostre famiglie, le nostre comunità, la nazione ed il mondo intero".

L’"effetto green pass" all’ombra dell’annullamento è poco dubbio. Bianchi non ha mai nascosto la sua posizione di totale contrarietà. "Non voglio entrare - dice ora - in questioni che, infine, afferiscono alla sfera personale. Resto dell’idea che il Vintage Roots sia sempre stato, e debba ancora essere, un momento di divertimento e aggregazione in libertà. Oggi non lo sarebbe. Punto". Non solo il possibile obbligo di certificazione fra le cause di cancellazione. "La messa a punto di un evento del genere richiede uno sforzo economico e organizzativo enorme e molto, molto tempo. Dubito che chi ci critica in queste ore se ne renda ben conto. E in queste condizioni tutto diventa più difficile". Proprio i costi del festival, nato come evento annuale, avevano portato a una ri calendarizzazione: cadenza biennale e contributo doppio "dal Comune, che ci ha sempre sostenuto e che ringrazio".

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