Rosanna Belvisi e Tiziana Pavani, dall’orrore nasce la lotta

La Cgil di Milano lancia un numero di telefono per raccogliere segnalazioni sul luogo di lavoro: "Troppi campanelli d’allarme inascoltati"

Rosanna Belvisi e Tiziana Pavani, vittime di femminicidio a Milano in pochi giorni

Rosanna Belvisi e Tiziana Pavani, vittime di femminicidio a Milano in pochi giorni

Milano, 11 gennaio 2020 - Due donne ammazzate a Milano, vittime indifese della furia cieca dei loro compagni. Rosanna Belvisi e Tiziana Pavani erano entrambe dipendenti pubblici, la prima impiegata dell’Inps e la seconda segretaria d’asilo. Dal dolore dei colleghi e dall’impegno della Funzione PubblicaCgil di Milano dopo i due femminicidi, avvenuti a distanza ravvicinata nel gennaio 2017, è nata una mobilitazione, ora sfociata in un «gesto concreto» contro le violenze sulle donne: l’apertura di un numero verde e di un indirizzo email (3442727470; donnealcentro.mi@cgil.lombardia.it), canali attraverso i quali verranno raccolte segnalazioni su maltrattamenti e situazioni di disagio, da parte di chi le subisce ma anche di chi intuisce che c’è qualcosa che non va nella vita di una collega, un’amica, una figlia o una compagna.

«Gli psicologi che collaborano con noi offrono un primo supporto e indirizzano verso centri antiviolenza e strutture in grado di occuparsi dei casi», spiega Alexandra Bonfanti, segretaria milanese del sindacato che assieme a Emilia Natale ha ideato l’iniziativa in collaborazione con il Centro donna della Camera del lavoro di Milano. Dopo un periodo di sperimentazione, in cui è stato attivo solo per i dipendenti Inps, il numero è stato esteso a tutto il settore del lavoro pubblico milanese e non solo. Verrà presentato ai lavoratori di Palazzo Marino lunedì prossimo, alle 9.30, ricordando anche il terzo anniversario della morte della loro collega, Tiziana Pavani. La donna, 54 anni, fu uccisa dal compagno Luca Raimondo Marcarelli, 23 anni più giovane, il 12 gennaio 2017. L’uomo, sotto effetto della cocaina, l’ha colpita alla testa con una bottiglia e poi soffocata con un cuscino. Poi ha aperto il gas nel tentativo di far saltare in aria la casa, a Baggio, da cui lui doveva andarsene perché Tiziana Pavani aveva deciso di interrompere la relazione. Prima dell’omicidio Marcarelli, come è emerso dalle analisi sul suo computer, aveva fatto anche ricerche su internet, raccogliendo informazioni su «come uccidere una donna con un colpo solo». Tre giorni dopo, il 15 gennaio 2017, ancora sangue a Milano, con un altro femminicidio. L’impiegata dell’Inps Rosanna Belvisi, 50 anni, fu ammazzata a coltellate dal marito, Luigi Messina, nell’appartamento della coppia in via Coronelli, tra Giambellino e Lorenteggio. L’uomo, dopo aver massacrato la donna con 23 fendenti, uscì per andare in pasticceria e a giocare alle slot machine, nel maldestro tentativo di costruirsi un alibi. Due tragedie che hanno alle spalle campanelli d’allarme inascoltati, perché Rosanna Belvisi era vittima da anni di maltrattamenti e nel 1995 era già stata accoltellata alla schiena. Tiziana Pavani era invece in balia di un tossicodipendente affamato di soldi da bruciare tra gioco d’azzardo e cocaina. «I segnali di disagio non sono stati intercettati in tempo - spiega Bonfanti - e per questo con il numero di telefono abbiamo cercato di offrire uno strumento in più per intervenire, per segnalare violenze domestiche ma anche discriminazioni e soprusi sul luogo di lavoro». Episodi che, nella maggior parte dei casi, non vengono mai denunciati e restano nell’ombra, fino a quando è troppo tardi per intervenire.

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