Fedez-Codacons 1 a 1. Fedez si tiene l'Ambrogino, il Codacons vince il "caso Covid"

Continuano le sfide legali fra il cantante e l'associazione dei consumatori

Una guerra legale senza fine. Una montagna di carte bollate che pare destinata a raggiungere vette da Himalaya. Botta e risposta a ripetizione, non proprio oxfordiani. Da una parte, il Codacons, l’associazione senza scopo di lucro fondata nel 1986 in difesa di ambiente e consumatori. Dall’altra, Federico Leonardo Lucia alias Fedez, rapper di successo, personaggio televisivo e super star social da 14,5 milioni di follower su Instagram.

La contesa va avanti da anni ormai: basta digitare "Fedez" sul motore di ricerca interno del sito del Codacons per intercettare ben 66 comunicati stampa che contengono quella parola, con un’impennata da metà 2020 in avanti. L’ultimo è stato pubblicato ieri: "Fedez perde battaglia con il Codacons: Tribunale di Roma dà ragione all’associazione e rigetta denuncia del rapper, che ora rischia esclusione da Sanremo", il titolo che fa da prologo a un lungo testo in cui si ricostruisce la storia di un banner sul sito dell’associazione "relativo a una raccolta fondi per attivittà legali in tema Covid".

Un banner che a fine marzo 2020, in piena pandemia, era finito nel mirino proprio di Fedez, che in una story sui social aveva attaccato: "Sul loro sito ufficiale c’è una campagna per supportare il Codacons contro il coronavirus. Ma se ci vado a cliccare sopra scopro che hanno fatto un banner sul Coronavirus dove in realtà la donazione va al Codacons, che non si occupa di Coronavirus. E questa è un’associazione parastatale che dovrebbe tutelare i consumatori?". Una sorta di replica a una precedente accusa del Codacons, che qualche giorno prima aveva contestato la piattaforma Gofundme (con tanto di istanza all’Antitrust), attraverso la quale i Ferragnez avevano raccolto 4,5 milioni di euro per aiutare il sistema sanitario a fronteggiare l’emergenza Covid (parte dei soldi finanziò la realizzazione a tempo di record un nuovo reparto di Terapia intensiva al San Raffaele).

Una gara di solidarietà che a dicembre 2020 era valsa alla coppia l’Ambrogino d’oro. Un riconoscimento, manco a dirlo, contestato dal Codacons con un ricorso al Tar contro il Comune in cui si mettevano in dubbio le modalità di selezione e di valutazione delle candidature alla Civica benemerenza. Bene, a distanza di circa due anni, ieri un decreto del Tribunale amministrativo della Lombardia firmato dal presidente Antonio Vinciguerra ha messo fine a questa diatriba (e solo a questa, badate).

O meglio, il giudice ha preso atto del documento depositato dall’associazione lo scorso 3 gennaio, che "ha dichiarato di non avere più interesse al ricorso". Da qui l’inevitabile decisione di chiudere la faccenda "per sopravvenuta carenza di interesse". A pensarci bene, la notizia è tutta qui: per una volta, uno dei due sfidanti si è tirato indietro. Almeno fino alla prossima denuncia. 

 

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