Milano, la nuova vita di Federico Pessina: "A 23 anni mollo tutto per gestire un rifugio"

Federico ha lasciato la metropoli e ora è il responsabile del Chiavenna, in Valle Spluga: "Voglio dedicarmi esclusivamente alla montagna"

Il Rifugio Chiavenna di Federico Pessina

Il Rifugio Chiavenna di Federico Pessina

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Milano, 21 settembre 2022 - Ha sempre sognato fin da piccolo di vivere in montagna, immerso in paesaggi dai panorami mozzafiato, quando poteva si assentava da scuola per cimentarsi in qualche percorso di trekking, venendo puntualmente punzecchiato, al suo ritorno, da insegnanti e compagni, che trovavano incomprensibile quella costante voglia di evasione dalla città: oggi, quegli stessi ragazzi sono i primi ad aver fatto visita a Federico Pessina, che all’età di 23 anni è riuscito a coronare il suo sogno e a diventare gestore del rifugio “Chiavenna” in Valle Spluga (Sondrio) per i prossimi 6 anni.

Originario di Paderno Dugnano, Federico, lo scorso giugno, ha vinto il bando pubblicato dal Cai (Club Alpino Italiano) battendo la concorrenza di candidati con più anni di esperienza alle spalle e di punto in bianco ha lasciato famiglia, fidanzata e amici, per andare a vivere a 2.040 metri d’altezza, lontano dal caos della metropoli milanese: "In famiglia sono tutti appassionati di montagna e mi hanno trasmesso l’amore incondizionato per la natura. Dopo essermi diplomato al liceo scientifico Gadda, invece di partire per il solito viaggio di maturità con i miei compagni, ho voluto provare la prima esperienza in rifugio: sono stato tre mesi in Val Masino nel rifugio “Giannetti” e lì ho capito definitivamente che era la strada giusta da seguire" racconta il 23enne, che è uno dei più giovani rifugisti in Italia.

Per accontentare i genitori, che non vedevano in quel settore uno sbocco professionale sicuro, a 19 anni si iscrive al Politecnico di Milano, indirizzo Ingegneria Ambientale, scontrandosi fin da subito con una realtà in cui non si sente a proprio agio: "Ho frequentato per circa 9 mesi, l’ambiente era stimolante ma non riuscivo a vestire i panni dello studente perché nella mia ottica ero già pronto per lavorare. Contestualmente ho subito un incidente che mi ha lasciato ai box per tanti mesi e ho avuto tempo per riflettere: una volta tornato operativo ho preso la scelta di mollare l’università e di dedicarmi esclusivamente alla montagna. La passata stagione ho lavorato in uno dei rifugi più conosciuti di Valmalenco, il “Marinelli Bombardieri Al Bernina” e quest’anno ho deciso di mettermi in proprio".

Federico per il rifugio “Chiavenna” ha deciso di dare una ventata fresca alla gestione, assumendo solo personale under 25 ("Di ragazzi che hanno voglia di fare ce ne sono fin troppi, io ne sono testimone") e scendendo in prima linea in tutti i compiti organizzativi: "La mia giornata tipo comincia alle sei, quando va bene, perché spesso dobbiamo servire le colazioni agli escursionisti già dalle 3, poi dobbiamo pulire le 8 camere che ospitano 65 letti e ritornare in cucina per il pranzo. Senza contare che mi occupo personalmente di gestire i rifornimenti che arrivano in elicottero. È un lavoro che ti assorbe 24 ore su 24: prima di intraprendere questo percorso bisogna essere consapevoli dei sacrifici a cui si va incontro".

L’impegno è ben ripagato dai volti sorridenti sia degli abitanti del posto, che sfruttano la luce riflessa del rifugio per attrarre i visitatori, e dagli stessi turisti che se ne vanno soddisfatti dopo una piacevole sosta: "Quest’anno c’è stata più affluenza del solito: abbiamo accolto coppie di giovani ma anche famiglie con bambini. Le persone si stanno accorgendo dei benefici di vivere in questi luoghi incontaminati e appena possono si allontanano dalla città".

 

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