Milano, sul palco insieme, disabili e non: "Ecco la potenza del teatro"

Questa sera il debutto di “In Stato di Grazia” con otto ragazzini-attori dai 9 ai 15 anni. I genitori. "Condividono difficoltà, aiutano gli altri, coltivano relazioni e si raccontano. Crescono"

Il debutto di “In Stato di Grazia” con otto ragazzini-attori dai 9 ai 15 anni.

Il debutto di “In Stato di Grazia” con otto ragazzini-attori dai 9 ai 15 anni.

Otto attori bambini - sia speciali (con autismo, sindrome di Down, disturbo ipercinetico, ritardo cognitivo) che normodotati - dividono il palco dimostrando che l’inclusione è possibile. Succede in "In Stato di Grazia", una "favola inchiesta" ispirata alla storia di Pinocchio che debutta stasera alle 21 (repliche domani e il 5 dicembre) al Campo Teatrale di Milano (via Cambiasi 10), in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.

In scena un cast di otto ragazzini tra i 9 e i 15 anni, disabili e non, che hanno partecipato nell’ultimo anno a un laboratorio teatrale gratuito con due attrici, Lia Gallo e Laura Serena.

I risultati sono stati stupefacenti: "Artur soffre di disturbo ipercinetico ma grazie a questa esperienza teatrale è cresciuto tantissimo e non solo a livello espressivo. Si è confrontato con dei pari che come lui hanno difficoltà nella vita, arrivando a capire che non è l’unico ad aver dei problemi. Durante le prove ha fatto da tutor a un’altra bambina e questo lo ha molto responsabilizzato. Ha sviluppato una sicurezza di sé nella relazione con l’altro che finora gli mancava: gli episodi di bullismo a scuola infatti non sono mancati" spiega Stefano Gussoni, parlando del figlio Artur, 15 anni, studente di un liceo di scienze umane in provincia.

Il ragazzo, iperattivo, è stato portato in Italia a cinque anni da un orfanotrofio ucraino di Mariupol e il teatro - dice il padre - "lo ha distratto anche dall’orrore della guerra di cui parlano i tg".

Carlotta Santoro, 12 anni, che frequenta la scuola media Bono Cairoli di Milano, non soffre di alcuna disabilità ma anche per lei il palcoscenico è stata una esperienza di arricchimento interiore. "Tutti i bambini – anche Carlotta - recitando una parte raccontano un po’ di sé, scoprendo così che la vita è per tutti un insieme di esperienze positive e negative. Ciascuno ha poi imparato a mettersi in ascolto dell’altro, superando le iniziali diffidenze" spiega la madre Elena Bleu.

"All’inizio pareva una missione complessa far lavorare assieme sul palco bimbi con disabilità molto diverse fra loro come autistici e iperattivi. Invece, prova dopo prova, sul palcoscenico sono nate delle amicizie e persino un timido innamoramento" chiarisce la regista Francesca Merli. "Nello spettacolo – prosegue Merli - la fiaba di Pinocchio diventa occasione per affrontare anche temi un po’ forti come la pubertà per i disabili. Ne facciamo un lavoro artistico ma anche di inchiesta sociale. Sul palco i gesti vivi e le parole dei giovani interpreti si uniscono a frammenti video in cui a raccontarsi sono i genitori. Vengono fuori testimonianze e storie di gravidanze difficili, nascite premature, adozioni, risposte a domande cruciali sui temi dell’inclusione, dell’autonomia, del futuro dei figli".

Ad accompagnare la recita i ritratti dei giovani attori firmati dal fotografo iraniano Soheil Raheli.

 

 

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